La nuova vita degli ex: dal seggio ai salotti tv

Rimasti fuori dal Parlamento, si sono riciclati come opinionisti. E impazzano nei talk show

La nuova vita degli ex: dal seggio ai salotti tv

Chi sono? Gli ex parlamentari Cosa fanno? Popolano gli studi dei talk show. E cosa dicono? C'è chi è tornato a fare il giornalista e attacca il suo ex partito, chi continua a rappresentare la propria parte politica e chi si è riciclato come opinionista di area, seppur rinunciando all'ortodossia partigiana del militante. Se tanti tra i non rieletti alle ultime elezioni politiche hanno deciso di ritirarsi a vita privata e dedicarsi alle attività più disparate, in compenso molti altri continuano a parlare di politica in Tv. Dai divanetti del Transatlantico alle poltroncine dei salotti televisivi.

Partiamo con la nuova epopea catodica dei bocciati alle urne del 25 settembre. Gli ultimi arrivati, quelli freschi di non rielezione in Parlamento. Uno di loro è l'ex deputato del Pd Andrea Romano. Lo storico e giornalista, sconfitto nel collegio uninominale di Livorno, è opinionista fisso a Mediaset ma si fa vedere ancora anche dalle parti di La7, Piazzapulita di Corrado Formigli. Le performance televisive di Romano non si discostano affatto da quelle del suo recente passato parlamentare. Difende il Pd, battaglia con gli ex colleghi del centrodestra, in prima linea negli spazi dedicati all'Ucraina in quota atlantisti. Il professore dem ha twittato ieri a supporto della candidatura di Stefano Bonaccini alla segreteria del Pd. Stessa professione, giornalista, anche lui reduce dall'ultima legislatura, ma di idee opposte a quelle di Romano è Gianluigi Paragone, leader di Italexit. Paragone imperversa a La7 e timbra spesso il cartellino a Non è L'Arena di Massimo Giletti. Eletto con il M5s nel 2018, non è riuscito a bissare guidando il suo partito euroscettico. Paragone si esprime più come capo politico che come cronista e spazia dal Covid al conflitto russo-ucraino. Più che scettico sui vaccini, più che critico sulla strategia occidentale di sostegno a Kiev. Alla voce «esperti di politica estera» troviamo Emma Bonino, non eletta il 25 settembre con +Europa. La radicale fa il controcanto ai sovranisti e attacca il suo ex alleato Carlo Calenda. Richiestissima dagli autori televisivi, si concede con relativa parsimonia. Bonino resta una riserva della Repubblica, anche per i talk show.

Bocciati alle urne, promossi in Tv. Come Emanuele Fiano, popolare ex deputato del Pd, sconfitto a Sesto San Giovanni da Isabella Rauti. Ospite a Mediaset e Telelombardia, sempre pugnace sui temi dell'antifascismo e dell'immigrazione. O come Luciano Nobili, renziano di ferro, non eletto il 25 settembre, habituè degli studi televisivi per difendere le ragioni di Italia Viva e del Terzo Polo. Dal giorno dopo le elezioni è ovunque pure Tommaso Cerno, ex senatore del Pd poi passato al Misto, ora sempre in Rai, La7 e Mediaset nella sua nuova veste di direttore del quotidiano L'Identità. Rivive come combattivo frondista di sinistra. «Soumahoro che frigna e fa la vittima», ha scritto ieri su Twitter, tanto per gradire.

Meritano un capitolo a parte gli ex politici che ormai hanno una carriera televisiva consolidata. Nunzia De Girolamo, ex ministro berlusconiano, è un volto affermato, opinionista di area centrodestra, in particolare a La7. E non può mancare Alessandro Di Battista, come De Girolamo senza scranno da diversi anni. Dibba è reportagista per il Fatto Quotidiano, scrittore e ultimamente commentatore onnipresente e super-pacifista sull'Ucraina. Ex grillino come l'ex ministra per il Sud Barbara Lezzi, che ha scelto di non ricandidarsi ma appare sovente in televisione, specialmente per parlare di ambientalismo, trivelle e rigassificatori.

Infine i reduci della Seconda Repubblica. I comunisti Paolo Ferrero e Marco Rizzo, non eletti alle ultime elezioni rispettivamente con Unione Popolare e Italia Sovrana e Popolare, non sono di certo facce nuove per i telespettatori.

Così come l'ex colonnello di Alleanza Nazionale Italo Bocchino, direttore editoriale del Secolo d'Italia, corteggiato in qualità di esperto del mondo meloniano e della destra italiana arrivata fino a Palazzo Chigi. Fuori dall'Aula, dentro lo schermo.

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