Nuovi orari, chiusure, spostamenti: che cosa cambierà con il Dpcm

Il governo sta lavorando ai nuovi divieti in vista del Dpcm del 2 novembre: ecco tutte le ipotesi sul tavolo

Nuovi orari, chiusure, spostamenti: che cosa cambierà con il Dpcm

Dal divieto di spostamento tra una regione e l'altra alla chiusura dei centri commerciali durante il fine settimana, passando per le restrizioni locali che potrebbero essere decise dai governatori. Sono questi alcuni dei possibili divieti a cui sta lavorando il governo in vista del nuovo Dpcm del 2 novembre.

L'esecutivo continua a ripetere da giorni che il lockdown nazionale sarà l'ultima carta da giocare. Anche i membri del Comitato tecnico scientifico sostengono che non ci siano le condizioni per bloccare il motore economico dell'Italia o di intere regioni. In ogni caso è necessario agire in fretta per frenare al più presto la curva epidemiologica e, proprio per questo motivo, la nuova stretta dovrebbe basarsi su lockdown chirurgici a livello provinciale.

Il braccio di ferro con le Regioni

Andiamo con ordine. Nelle ultime ore il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, ha incontrato i governatori locali e ascoltato le loro proposte. Tra queste spicca l'idea di limitare gli spostamenti degli over 70, ovvero le persone che rientrano nella categoria più a rischio in caso di infezione.

I governatori hanno insistito su altri due punti. Primo: la necessità di applicare misure unitarie che coinvolgano tutto il Paese. Secondo: non avere sulle proprie spalle il peso di eventuali provvedimenti da prendere. Anche perché tra le ipotesi sul tavolo, come detto, c'è quella di declinare ai singoli governatori, d'intesa con il ministro della Salute Roberto Speranza, l'onere di stabilire dove e come imporre le restrizioni locali.

Le zone rosse e i criteri

La strada sembrerebbe comunque esser già stata tracciata. L'esecutivo, ha sottolineato il Corsera, avrebbe scelto di agire a livello nazionale con una sorta di decreto "cornice" che lascerebbe agli amministratori locali la possibilità di intervenire sul proprio territorio. Attenzione però, perché ogni decisione dovrà essere adeguata all'indice di contagio e alla situazione presente all'interno delle strutture sanitarie monitorate dall'Istituto superiore di sanità.

Le limitazioni si baseranno sull'Rt, ovvero sull'indice di trasmissione. Dove questo supererà la soglia di 1,5, scatteranno zone rosse. Ma quale sarà l'autorità che dovrà decidere le chiusure? Nel Dpcm ci saranno precisi criteri di valutazione. Toccherà ai governatori stabilire tutto il resto. Tra le eventualità troviamo lockdown locali e di aree metropolitane.

Chiusure, orari e spostamenti

I governatori, in base ai dati dei nuovi casi rispetto ai tamponi effettuati e alla tenuta degli ospedali, potranno agire sulla chiusura delle scuole e sull'orario di apertura di negozi. Come se non bastesse gli orari di bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie potranno subire ulteriori limitazioni rispetto a quelli decisi a livello nazionale (al momento è prevista la chiusura alle 18).

Si parla della possibile chiusura delle attività di ristorazione anche a pranzo nelle regioni a rischio. Nelle medesime aree, prende forma l'idea di applicare per intero lo smart working nella Pubblica amministrazione, salvo per i servizi pubblici essenziali, la chiusura dei musei e dei negozi (tranne le farmacie, i tabacchi e gli alimentari). Nel resto del territorio nazionale le misure restrittive sarebbero più light.

In alcune regioni i centri commerciali chiuderanno nel fine settimana. Non è da escludere la serrata totale ma questo dipenderà dagli amministratori locali.

Sul fronte spostamenti, non sarà possibile muoversi tra regioni se non per i soliti motivi di lavoro, salute o altre emergenze che dovranno essere giustificate con un'apposita autocertificazione. Infine il coprifuoco: l'orario limite - fissato alle 23 in alcune regioni, alle 24 in altre – potrebbe essere anticipato alle 18. Tra le altre ipotesi anche alle 20 o alle 21.

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