Collettivi e centri sociali «censurano» il ministro dell'Università Anna Maria Bernini. La sinistra (tranne Alfredo D'Attorre, responsabile nazionale università Pd) resta in silenzio e non dice una parola di condanna. L'ennesima incursione dei Pro Pal va in scena nel centro storico di Pisa, dove è in corso un evento per le europee organizzato da Forza Italia: i contestatori raggiungono il bar dove è attesa Bernini e impediscono ai militanti di Forza Italia di incontrare il ministro. «Dal 7 ottobre - commenta il ministro - il governo ha scelto di garantire a tutti la libertà di espressione senza rafforzare oltre misura i presidi di sicurezza, eppure questa nostra disponibilità al dialogo non è colta da alcune minoranze rumorose che anche oggi a Pisa ci hanno impedito di parlare e di svolgere il nostro incontro programmato con i militanti».
Prima dell'arrivo del ministro Bernini, i manifestanti, scandendo slogan contro Israele, hanno strappato dal luogo dell'iniziativa una delle bandiere di Forza Italia. Il ministro, al suo arrivo, ha sostato fuori dal locale, protetta da un cordone di poliziotti e carabinieri, per ascoltare gli slogan studenteschi. «Noi garantiamo a tutti la libertà di manifestare e abbiamo il dovere di ascoltare le loro richieste - ha detto il ministro ai giornalisti - anche se non ho capito bene che tipo di dialogo questi ragazzi volessero instaurare visto che non sono disposti ad ascoltare le ragioni degli altri. Io penso, e l'ho ripetuto molte volte in questi mesi, che le università debbano essere un luogo di inclusione e non di boicottaggio perché un conto è il giudizio sul governo di Israele e un altro è colpire la popolazione israeliana e le sue università». La Bernini ha ricordato che «gli atenei italiani hanno da tempo iniziative di cooperazione con l'università di Teheran e mi chiedo che cosa facciano di più e di meglio la polizia morale e i Guardiani della rivoluzione rispetto a ciò che sta accadendo a Gaza». La spirale di intolleranza dei collettivi studenteschi non si arresta. Bernini (già contestata all'inaugurazione dell'anno accademico a Siena) è solo l'ultimo caso. Prima di lei, nelle Università italiane, è negato il diritto di parola a Parenzo, Molinari, Capezzone. E qualche giorno fa è toccato al ministro Roccella. Al ministro giunge subito la solidarietà dei colleghi di governo Tajani, Lollobrigida, Roccella. Il vicepremier e capo della Farnesina Antonio Tajani è duro: «C'è un atto molto grave, successo a Pisa, di un'aggressione agli studenti di Forza Italia. Ancora una volta, sempre gli stessi hanno continuato a usare la violenza per impedire ad altri studenti di parlare e di dire la loro. Questo è veramente inaccettabile. Ora basta. Io mi auguro che tutti quanti prendano le distanze da questa iniziativa, che ha cercato di mettere il bavaglio a giovani studenti di Forza Italia. Questo è inaccettabile. Io sono solidale con Bernini e con tutti i ragazzi».
Le tensioni però non si fermano: a Cremona il comitato elettorale del candidato sindaco del centrodestra Alessandro Portesani è stato assaltato. A denunciare l'episodio il coordinatore lombardo e deputato del Carroccio Fabrizio Cecchetti.
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