Il nuovo fronte: smontare la Severino

Nel mirino del centrodestra la legge che fa decadere gli eletti. FI: "È una priorità"

Il nuovo fronte: smontare la Severino
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Il centrodestra apre il cantiere sulla legge Severino. «A settembre sarà la prima questione che porremo» - annuncia al Giornale il deputato Fi Pietro Pittalis, vicepresidente della commissione Giustizia della Camera. Dopo aver spazzato via l'abuso d'ufficio, il governo Meloni mette nel mirino la tagliola per sindaci e amministratori. La strada di uno scudo per i governatori, una norma sollecitata da Matteo Salvini dopo il caso Toti, appare tutta in salita. Fratelli d'Italia e Forza Italia sono scettici sull'ipotesi di allargare le maglie dell'immunità. Tra l'altro servirebbe una modifica della Costituzione. Più in discesa, è questa la sensazione che trapela da fonti di centrodestra, il percorso che porterebbe in autunno a una radicale modifica della legge Severino, la legge che fa scattare la sospensione o decadenza di sindaci e amministratori locali anche dopo una condanna in primo grado. Il cuore della norma, introdotta nel 2012 con il governo Monti in piena ubriacatura giustizialista grillina, prevede una disparità di trattamento tra i parlamentari, sottoposti alla legge Severino solo in caso di condanna definitiva, e gli amministratori locali (sindaci e governatori) sospesi anche dopo una condanna in primo grado. L'elenco di sindaci sospesi e poi assolti in secondo grado o in Cassazione è lunghissimo. Si va dai noti Luigi De Magistris e Vincenzo De Luca a Nicola Alemanno (ex primo cittadino di Norcia). Il dossier Severino è caldeggiato da Forza Italia. - «Sulla legge Severino bisogna intervenire, e rapidamente. È del tutto irragionevole, alla luce della presunzione di non colpevolezza, che una sentenza di primo grado, magari per fatti non gravi, paralizzi la vita istituzionale di un Comune o di una Regione. Credo che questo sia uno dei compiti a cui prossimamente ci toccherà assolvere. Siamo in condizioni di rivedere quelle norme e di restituire tranquillità ai nostri amministratori, evitando squilibri ingiustificati» spiega il vice ministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto in un'intervista a Il Dubbio. L'idea è di arrivare a una sostanziale modifica della norma, facendo scattare la sanzione della sospensione anche per gli amministratori locali solo in caso di sentenza definitiva. C'è però nel dibattito sulla Severino una novità interessante: il Pd è d'accordo con Forza Italia. Il 10 luglio scorso alla Camera è stato presentato un ordine del giorno, con parere favorevole del governo, a firma di Debora Serracchiani. L'ordine del giorno, presentato da Debora Serracchiani con il quale si chiedeva di intervenire sulla parte della Severino relativa alla sospensione di sindaci e amministratori locali dai loro incarichi dopo una sentenza di primo grado prevedendola invece solo a sentenza definitiva (tranne che per i reati di grave allarme sociale) equiparandoli così ai parlamentari, ai ministri e ai sottosegretari. In pratica si chiedeva al governo di intervenire per eliminare quella parte della legge Severino che prevede la sospensione dei sindaci già alla condanna in primo grado. La mossa di Serracchiani ha incassato l'ok di Lega e Fi mentre il partito di Giorgia Meloni si è astenuto.

«Però - ragionano in Fi i big di Fdi in passato hanno duramente criticato le norme della Severino quando hanno colpito esponenti del proprio partito come l'ex sindaco di Catania Salvo Pogliese». La responsabile Giustizia dei democratici è anche firmataria di una proposta di legge, depositata in questa legislatura, che coincide con le posizioni di Forza Italia.

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