"Nuovo tetto del debito/Pil" Gentiloni sfida Dombrovskis

Un piccolo giallo sulla modifica dl Patto di stabilità ha caratterizzato la sessione di ieri al Workshop Ambrosetti di Cernobbio.

"Nuovo tetto del debito/Pil" Gentiloni sfida Dombrovskis

Un piccolo giallo sulla modifica dl Patto di stabilità ha caratterizzato la sessione di ieri al Workshop Ambrosetti di Cernobbio. In mattinata il commissario Ue agli affari economici, aveva dichiarato che «il nuovo Patto deve rispondere a due problemi: evitare il calo degli investimenti privati e incoraggiare gli investimenti pubblici nonché modificare il tetto del debito, fissato al 60% dal Trattato di Maastricht, in modo più realistico». L'ex premier ha ripetuto quanto dichiarato pubblicamente sin dall'inizio dell'estate: il rientro in vigore delle norme sulla sostenibilità dei bilanci pubblici nel 2023 dovrà avvenire con una modifica delle regole che eviti l'aggravamento di eventuali crisi come accaduto nel 2010-2011.

Ma nel pomeriggio il portavoce del commissario ha pubblicato una rettifica smentendo quanto pubblicato da tutte le agenzie di stampa. «Contrariamente a quanto riportato da vari media», Gentiloni ha parlato di «modificare il percorso di rientro del debito dei singoli Stati membri, e non di cambiare il tetto del 60% che implicherebbe un cambiamento dei Trattati». Cosa c'è, dunque, dietro questa inusuale strategia? La volontà di non indispettire ulteriormente i «falchi» di Bruxelles capeggiati dal vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. Il dibattito sulla riforma, che entrerà nel vivo in autunno, dovrebbe essere impostato su una revisione dei regolamenti che non vada a toccare i Trattati.

Insomma, una gestione della «flessibilità» di bilancio con valutazioni caso per caso. Gentiloni, invece, mira a un risultato più incisivo (come nella dichiarazione di ieri mattina), ma per raggiungere l'obiettivo servirà il massimo della cautela.

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