«L'aveva avvisato di non avvicinarsi troppo al mezzo, ma lui ha fatto di testa sua». Dichiarazioni che scatenano un'onda di polemiche quelle di Renzo Lovato, titolare con il figlio Antonello, indagato per omicidio colposo e omissione di soccorso assieme a un dipendente, dell'azienda agricola di Borgo Santa Maria, Latina, dove Satnam Singh «Navi» è rimasto incastrato nel rullo avvolgi plastica. Un braccio tranciato, le gambe lesionate, sanguinante e in stato di incoscienza, l'uomo viene issato con la moglie su un furgone e scaricato davanti la sua abitazione, a Sant'Ilario, dal padrone e dal suo «caporale». Un giorno e mezzo di agonia al San Camillo di Roma, poi la morte per il 31enne di origine indiana. Renzo Lovato, davanti le telecamere dei Tg continua: «Una leggerezza purtroppo. Il dispiacere c'è, è morto un ragazzo sul lavoro, non dovrebbe mai succedere».
In attesa dell'autopsia, che verrà eseguita stamattina, la Procura di Latina ha iscritto nel registro degli indagati Antonello Lovato, 37 anni, e il «caporale» responsabile del reclutamento e del lavoro dei braccianti a giornata. Un «invisibile», Navi, senza contratto di lavoro e permesso di soggiorno e che, come tanti suoi connazionali della comunità Sikh, lavorava per pochi euro l'ora. Tanto che Lovato è indagato anche per violazione delle leggi in materia di lavoro.
Seicento chilometri di distanza, a Brembio, in provincia di Lodi un 18enne, Pierpaolo Bodini, è morto ieri mattina schiacciato da una seminatrice nell'azienda agricola Bassanetti, appartenuta al nonno. Il ragazzo, appassionato di trattori e macchinari agricoli, frequentava il liceo Tosi. L'ultima storia su Instagram mercoledì sera, dedicata a una trebbiatrice con sullo sfondo il tramonto. Alla notizia della tragedia l'intera comunità si è stretta attorno la famiglia. «Sei stato un grande ragazzo sempre col sorriso», lo ricordano gli amici.
Per il presidente del Senato, Ignazio La Russa «tolleranza zero per chi calpesta i diritti dei lavoratori». «Ho appreso con dolore - commenta su Facebook - della scomparsa di un ragazzo di 18 anni, schiacciato da un macchinario agricolo in provincia di Lodi e di un bracciante indiano deceduto in provincia di Latina, ferito e abbandonato senza alcun soccorso. Due casi che vedono ancora una volta sicurezza e sfruttamento incidere pesantemente sulle vite delle persone». «Sono atti disumani che non appartengono al popolo italiano - afferma il presidente del consiglio Gorgia Meloni mi auguro che questa barbarie venga duramente punita».
Secco il segretario Cigl Maurizio Landini: «Siamo di fronte a un atto di schiavismo, una persona clandestina scaricata in strada con un braccio dentro uno scatolone per non farsi prendere perché lavorava in nero. Una situazione di una gravità senza precedenti». «Quanto accaduto non è stato un incidente sul lavoro: il bracciante indiano è stato ucciso dallo sfruttamento e dalla disumanità, noi non lo possiamo accettare», dice la segretaria Pd, Elly Schlein. «Perdi il braccio mentre lavori sui campi per 4 euro l'ora. Non vieni subito soccorso. Ti mettono su un pulmino e ti scaricano come immondizia davanti casa.
A fianco una cassetta per le fragole in cui viene lasciato il braccio che hai perso. Perdi sangue e muori. È la storia di Satnam, sembra la storia di uno schiavo di qualche secolo fa», commenta sui social il presidente M5S Giuseppe Conte.
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