New York. Joe Biden può finalmente respirare una boccata d'ossigeno mettendo a segno una mezza vittoria. Dopo mesi di stallo che lo hanno fatto crollare nei sondaggi e nel gradimento degli americani, e dopo la batosta elettorale in Virginia, poco prima della mezzanotte di sabato la Camera ha passato il maxi-piano da 1.200 miliardi di dollari per le infrastrutture grazie all'intesa raggiunta tra progressisti e moderati del partito democratico. Tredici repubblicani si sono espressi a favore del testo bipartisan, mentre sei democratici contro, e la misura, già varata dal Senato, arriverà nei prossimi giorni sulla scrivania del presidente per la firma. Rimandato invece il voto sull'altro pacchetto, quello che riguarda welfare e clima, rivisto al ribasso da 3.500 a 1.850 miliardi per tentare il compromesso tra le due anime dell'Asinello: sarà in agenda prossimamente alla Camera se le stime di spesa elaborate dall'ufficio di controllo sul budget del Congresso collimeranno con quelle della Casa Bianca. A chiedere una valutazione dei costi del Build Back Better sono stati i dem moderati, i quali hanno sempre nutrito riserve sul piano. Il pacchetto sulle infrastrutture invece, altro pilastro dell'agenda economica di Biden, prevede ad esempio una spesa di 550 miliardi di dollari in cinque anni in strade, ponti, ferrovie, aeroporti e porti. Circa 65 miliardi, invece, sono dedicati a migliorare la banda larga e decine di miliardi riguardano il miglioramento della rete elettrica e dei sistemi idrici. Il Comandante in Capo lo ha definito «un monumentale passo avanti come nazione»: «Creeremo milioni di posti di lavoro ben pagati, modernizzeremo il nostro Paese. Uno sforzo sulle grandi opere mai fatto - ha proseguito -. Le generazioni future guarderanno a questa giornata come al momento in cui l'America ha cominciato a vincere la competizione del 21esimo secolo». «Stiamo ricostruendo l'America e ora tocca al pacchetto per il welfare e la lotta ai cambiamenti climatici. Sarà approvato alla Camera e al Senato», ha promesso Biden, secondo cui la sua agenda «non aumenta il deficit, anzi lo ridurrà nel lungo termine, perché le misure di spesa verranno finanziate facendo pagare ai più ricchi il giusto, quello che devono. Non può essere che le grandi società paghino zero tasse. Mentre non aumenterò nemmeno di un centesimo le imposte per chi guadagna meno di 400 mila dollari l'anno». Dopo la débâcle alle elezioni del governatore in Virginia e la vittoria al fotofinish in New Jersey, i dem erano impazienti di incassare qualche risultato concreto: anche perché oltre a rappresentare una minaccia per il controllo del Congresso nel novembre del prossimo anno al voto di Midterm, la sconfitta ha gettato un'ombra anche sulle presidenziali del 2024. Un timore che pare realistico stando all'ultimo sondaggio dell'Emerson College, secondo cui se si votasse ora Donald Trump batterebbe Biden per due punti (45 per cento contro 43). E proprio l'ex presidente ha commentato con Fox News il piano per le infrastrutture appena approvato e quello su clima e misure sociali che potrebbe avere il via libera nelle prossime settimane.
«Se i pacchetti e l'agenda economica di Biden passeranno, gli americani dovranno affrontare un aumento delle tasse e il partito democratico perderà decine di seggi alla Camera nelle elezioni di metà mandato del 2022». «Costerà molto a Biden alle elezioni - ha proseguito il tycoon -. La gente non li vuole, sono una fregatura per l'America».
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