Non bastava spendere ogni anno decine di milioni di euro dei contribuenti per inviare i rifiuti di Roma all'estero in camion e treni speciali, la nuova proposta a cui sta lavorando la giunta Gualtieri prevede anche l'utilizzo delle navi. I romani possono però tranquillizzarsi: non vedremo (almeno per ora) chiatte cariche di rifiuti attraversare il Tevere. Una delle soluzioni che il Comune sta vagliando per risolvere l'emergenza rifiuti, è infatti quella di trasportarli in nave dal porto di Civitavecchia ad Amsterdam. Tra le società che si sono aggiudicate la gara per smaltire l'immondizia, c'è un'azienda in grado di fornire questo servizio fino a cinquemila tonnellate al costo di 225 euro a tonnellata per un totale di 1 milione e 225mila euro a viaggio. Prima di essere caricati sulle navi, i rifiuti devono però essere pressati, imballati e avvolti in una pellicola per renderli inerti, un processo logistico che Ama (la municipalizzata dei rifiuti di Roma) non sarebbe al momento in grado di gestire. C'è poi un problema legato alla carenza di siti di stoccaggio in cui tenere le balle di rifiuti fino al raggiungimento di un carico pieno poiché una spedizione con una quantità inferiore a 5mila tonnellate sarebbe antieconomica.
Nel piano rifiuti presentato dal Comune, Roberto Gualtieri, grazie ai poteri di commissario, può autorizzare la realizzazione di siti di stoccaggio ed è probabile si vada in questa direzione in attesa che venga realizzato il termovalorizzatore.
Eppure, nonostante la situazione critica, le resistenze alla costruzione di un termovalorizzatore continuano ad essere ingenti, dal M5s ai verdi fino alla sinistra radicale. Si tratta di un approccio ideologico. Così, non solo paghiamo milioni di euro per trasportare i nostri rifiuti all'estero ma, grazie ad essi, viene prodotta energia nei termovalorizzatori stranieri.
Se, come viene detto, il problema dell'ambiente è globale, non c'è nessuna differenza a smaltire i rifiuti in un termovalorizzatore in Austria e Olanda oppure a Roma. Anzi, una differenza c'è: basta chiedere ai cittadini romani che pagano la Tari più alta d'Italia con uno dei peggiori servizi della penisola.
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