Oltre 47mila contagi sul posto di lavoro. Più colpiti medici, vigilantes e call center

Registrati anche 208 decessi. Non c'è stato il boom temuto dopo la fine del lockdown. L'81% delle denunce viene dal settore della sanità

Oltre 47mila contagi sul posto di lavoro. Più colpiti medici, vigilantes e call center

Per il momento non c'è stato il boom dei contagi che tanto si temeva nei posti di lavoro dopo l'allentamento del lockdown del 18 maggio scorso e la riapertura di fabbriche, uffici, bar, parrucchieri e ristoranti. Basta analizzare i numeri del 4° Report nazionale dell'Inail dove emerge che i contagi di maggio appartengono alle categorie che l'Istituto aveva già considerato ad alto rischio ed operativi durante la fase della chiusura: sanità, alimentari, farmaceutica.

I NUMERI

I casi denunciati al 31 maggio sono 47.022, 3.623 in più rispetto al monitoraggio precedente del 15 maggio. I casi mortali sono 208 (+37), pari a circa il 40% del totale dei decessi sul lavoro denunciati all'istituto nel periodo preso in esame e concentrati nei mesi di marzo (40%) e aprile (56%).

SANITÀ PIÙ COLPITA

I nuovi contagi riguardano chi non ha mai smesso di lavorare anche nei mesi precedenti, cioè operatori di ospedali, case di riposo, residenze per anziani e disabili dove si contano l'81,6% delle denunce (e il 39,3% dei casi mortali). La figura più colpita da Covid-19 è quella dell'infermiere: si contano oltre otto infettati su dieci e più di sei morti su dieci. Seguono gli operatori socio-sanitari (21,5%), i medici (l'11%), gli operatori socio-assistenziali (8,3%) e ausiliari, portantini e barellieri (4%). Accanto al mondo della Sanità si affianca, per ordine di infezioni, quello del servizio di vigilanza, quello delle pulizie e i call center. Contagi anche nel settore manifatturiero (industria alimentare, chimica e farmaceutica), le attività di alloggio e ristorazione e il commercio. Insomma, il quadro che non sembra riflettere contagi relativi a nuovi settori freschi di apertura anche, se considerando i tempi di incubazione del virus, c'è da aspettarsi qualche novità dai dati di giugno. Ma a maggio, le categorie colpite da covid sono quelle che l'Inail aveva già considerato ad alto rischio perché operativi durante la durante la fase della chiusura: sanità, alimentari, farmaceutica.

NORD OVEST

Anche le zone da cui arrivano le denunce non sorprendono: più della metà dei casi (55,8%) e quasi sei decessi su 10 (58,7%) ricadono nel Nord-Ovest. La Lombardia, in particolare, si conferma la regione più colpita, con il 35,5% delle denunce di contagio sul lavoro e il 45,2% dei decessi. In totale sono 16.700 le infezioni, e tre su dieci riguardano la provincia di Milano. Il primato negativo dei casi mortali, con 25 decessi, invece è della provincia di Bergamo. Il 24,4% dei casi, invece si posiziona nel Nord-Est (Emilia Romagna 10,2%), l' 11,8% al Centro (Toscana 5,6%), il 5,8% al Sud (Puglia 2,5%) e il 2,2% nelle Isole (Sicilia 1,2%)

I CONTAGIATI

Le donne fanno la .parte del leone in fatto di contagio (lavorano molto di più degli uomini nella Sanità) con sette casi su dieci cioè il 71,7%. Tra i maschi la percentuale di contagio si ferma al 28,3%. Ma le donne reggono meglio l'urto del virus e guariscono più dei colleghi uomini. L'età media dei lavoratori che hanno contratto il virus è di 47 anni per entrambi i sessi.

DECESSI

Studi e statistiche dimostrano che il Covid sia letale soprattutto per il sesso forte. Ben l'82,7% dei decessi riguardano infatti i maschi con 59 anni di media, mentre «solo» il 17,3% le femmine di 57 anni.

Quasi il 30% delle morti sono avvenute nella sanità, in particolare tra gli infermieri (il 66%) e i medici (13%), seguite da quelle conteggiate nel settore commercio all'ingrosso e al dettaglio (oltre 11%), tra gli addetti alla lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici, stampa, industria alimentare, (9,8%).

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