L'autocritica, questa parola sconosciuta alle élite. Numeri alla mano, le misure "lacrime e sangue" varate dal governo dell'ex premier Mario Monti hanno ridotto al limite l’ossigeno dei nostri servizi sanitari. Come riportato da IlGiornale.it, si parte con il decreto "Salva Italia", seguito dalla spending review del 2012. Uno dei punti cruciali riguardava il taglio dei posti letto che dovevano passare da un 4 per ogni mille abitanti a un massimo di 3,7. Per la cronaca, si tratta di uno 0,3% che avrebbe potuto "pesare" fino a 20mila posti in meno. Allo stesso modo il tasso di ospedalizzazione, cioè il numero di ricoveri medio annuale per 100mila abitanti, è stato abbassato da 180 a 160. In seguito, uno studio della Fondazione Gimbe ha calcolato in 37 miliardi di euro i tagli effettuati dal governo Monti in poi, mica noccioline.
Oms, Monti replica alle critiche: "Certi social italiani non contano nulla"
Questi, in estrema sintesi, sono i numeri impietosi del suo operato. Come avrebbe dovuto reagire, dunque, l'opinione pubblica italiana alla notizia della sua nomina a capo della Commissione per la Salute e lo Sviluppo sostenibile dell'Oms che si pone l'obiettivo di "ripensare le priorità relative alle politiche da attuare alla luce della pandemia" causata dal nuovo coronavirus? Poco importa, perché per l'ex premier l'opinione degli italiani sui social conta meno di zero. Lo snobismo tipico dei tecnocrati e di certa élite lo si può riscontrare nell'intervista che Mario Monti ha rilasciato al quotidiano La Repubblica: "Questo compito - inatteso, non remunerato, difficile ma credo importante - mi è stato affidato dall'Oms-Regione europea, che rappresenta 53 Stati: non solo quelli della Ue ma tanti altri, dalla Russia alla Turchia a Israele. Questo ci dà l'idea di quanto contano certi social italiani, temuti o cavalcati dai nostri politici: zero". Piuttosto, sottolinea Monti, "sono grato al ministro Speranza che nel rallegrarsi per questo incarico mi ha assicurato l'appoggio suo e del suo team, di cui avrò certo bisogno. Una parte degli italiani, agitata da quei social, mi vede come fautore dell'austerità per partito preso, sempre e comunque. Negli altri Paesi, ricordano semmai il mio governo come quello che ha evitato agli italiani di finire come i greci".
"Governi spendano di più per la sanità"
Secondo mister austerità, i governi devono tornare a spendere di più per la sanità "Quel che è certo" spiega è "che la salute dovrà pesare di più nelle scelte politiche, se vogliamo evitare crisi che - oltre al loro tragico effetto sulle vite delle persone - rischiano di costare un multiplo delle cifre che si potrebbero stanziare per prevenirle o attenuarne la portata devastante. Riflessioni analoghe dovremo fare per il cambiamento climatico in corso, che potrebbe manifestarsi in modi catastrofici in momenti imprevisti, e che secondo alcuni è a sua volta concausa delle pandemie". Benissimo, ma perché allora con il suo governo si è fatto l'esatto contrario? Per carità, la colpa non sarà soltanto sua. In generale, un passo alla volta, ogni governo che si è succeduto dal 2011 in poi ha contribuito ad accelerare il declino del sistema sanitario nazionale. Tagliuzzando e attingendo alle casse della sanità per rimettere in ordine i conti pubblici. Ma il punto di partenza risale all’esecutivo guidato proprio da Monti.
Lo ribadisce un dossier intitolato "La spending review sanitaria", dello scorso 4 marzo e pubblicato dagli uffici della Camera. Sono stati eliminati gli sprechi? No. I cittadini hanno semplicemente meno servizi e un sistema sanitario molto più debole. Il professore dovrebbe prenderne atto e mettere da parte la tracotanza.
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