In onda il "duello dei Mattei": la sfida tv tra Renzi e Salvini

I due big nello studio di Vespa per un confronto. Il leghista: "Ha inventato un governo sotto il fungo". L'ex dem: "Rosichi"

In onda il "duello dei Mattei": la sfida tv tra Renzi e Salvini

Stesso look (giacca blu, camicia bianca e cravatta) e solita verve. A dieci anni di distanza dal primo "duello politico", Matteo Salvini e Matteo Renzi si ritrovano nel salotto di Porta a Porta per un "duello" moderato da Bruno Vespa.

Si riparte dal confronto che i due già avevano avuto il 20 agosto scorso, al culmine della crisi di governo che ha portato alla nascita della maggioranza giallorossa e del Conte bis. A ritirare la questione è Renzi che cita - ancora "il colpo di sole del Papeete" e secondo cui il leghista "rosica ancora adesso". Ma per Salvini è il leader di Italia Viva a essersi "inventato un governo sotto un fungo". "I sondaggi danno ancora la Lega al 33 per cento, questo governo è nato per non far vincere la Lega", accusa l'ex viceministro. E difatti lo stesso ex premier ammette di aver compiuto "una operazione machiavelica": "Avevamo due alternative: accettare il diktat del Papeete o fare una operazione di palazzo, sì. Ma se fossimo andati a votare adesso, ci sarebbe lo spread ai massimi livelli e il paese avrebbe pagato il conto".

Ma il leader della Lega non rinuncia a togliersi qualche proverbiale sassolino dalle scarpe nei confronti dei 5Stelle: "Era tutto un 'no' continuo", sbotta, "Io sempre detto agli italiani sto al governo per fare le cose. Ho provato fino all'ultimo quando hanno detto di no ala Tav, che sarebbe stato un danno incredibile... Sono contento di essere stato al governo per un anno ma negli ultimi tre mesi era un'agonia". E poi ha aggiunto: "Ormai i 5 stelle hanno deciso di essere una dependance del Pd".

Non mancano durante il duello le scintille. In particolare quando Renzi ha punzecchiato l'avversario sulle sue vacanze: "Avrebbe fatto migliore figura se al 30 agosto non si fosse messo in missione al Senato", ha detto. "Lei sbaglia perché non conosce i regolamenti, i senatori sono sempre in missione, è il regolamento del Senato", è stata la risposta di Salvini. "E lei non conosce la buona educazione, perché io l'ho fatta parlare senza interrompere", ha chiosato Renzi. E ancora: "Renzi è un genio incompreso", ha scherzato Salvini, "Ha fatto di tutto di buono ma gli italiani non se ne sono accorti". "Quando un avversario fa una cosa buona, non lo prendo in giro come fa lui parlando di geni incompresi", ha ribattuto l'altro, "Salvini di parola? Da padano a nazionalista... ".

Tra i temi affrontati anche quello dei migranti. Salvini ha mostrato un cartello con i numeri degli sbarchi triplicati da quando non è più al Viminale. Numeri a cui Renzi ha risposto buttandola sul ridere: "Per una volta che Salvini parla di numeri... è fantastico. S'è voluto portare l'aiuto da casa ma almeno parliamo di numeri", ha detto, "È vero, il governo Conte-Salvini ha messo due miliardi sulle forze dell'ordine. I governi Renzi-Gentiloni ne ha messi sei. Quello che mi divide profondamente da Salvini è il tema dell'immigrazione. Ma di cosa parliamo? Se il trend di settembre dovesse continuare, a fine anno avremmo trentamila persone: ma quale problema è in un Paese di 60 milioni di abitanti? Il problema non sono 30mila persone che arrivano in un anno ma quelle 25 persone che delinquono e che vanno stangate".

Altro argomento di scontro, quello delle pensioni. Da una parte la difesa di Quota 100, dall'altra quella legge Fornero da sempre contestata dalla Lega. "Io sarei per non confermare Quota 100, ma temo che verrà confermata", ha detto Renzi, "Mio zio fa il vigile urbano e vorrebbe andare prima in pensione con Quota 100. Quelli come mio zio portano via 4 miliardi nell'anno appena trascorso, venti miliardi in tre anni e io vorrei che quei soldi fossero dati in busta paga ai lavoratori, alle famiglie e non a mio zio per andare prima in pensione. Il punto è che Salvini non considera che Quota 100 costa 20 miliardi in tre anni".

Il "gong" suona dopo 82 minuti di

schermaglie e battute. Sul finale i toni si sono alzati quando sono stati tirati fuori i guai della Lega, dai 49 milioni (con Renzi che ha accusato apertamente Salvini di aver usato i fondi spariti) alla vicenda che ha coinvolto Savoini.

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