Cercano una piccola rivincita sulla storia che è andata da un'altra parte. E oltraggiano una città, la democrazia, le istituzioni alla vigilia del 25 aprile. Gli ultrà della Lazio, da sempre nostalgici del saluto romano e del culto del Duce, srotolano un lungo striscione che è una provocazione: «Onore a Benito Mussolini». Ancora di più per la scelta altamente simbolica del luogo in cii va in scena il blitz: piazzale Loreto, dove i corpi del Duce e dei gerarchi, fucilati fra Dongo e Giulino di Mezzegra, furono esposti davanti a una folla rabbiosa il 29 aprile 1945.
Un'azione di pochi minuti ma plateale che offende Milano. «Nessuna tolleranza per ogni forma di violenza fisica o verbale», afferma subito Matteo Salvini che pure ha sempre vissuto con distacco, se non con scetticismo, la ricorrenza della Liberazione. Questa volta non è cosi. Anche se la parola fascismo non viene mai citata. «Il calcio - insiste il ministro dell'Interno - deve tornare ad essere un'occasione di festa o incontro, non di rissa o di scontro».
Gli ultrà sfruttano invece gli incroci fra il pallone e il calendario: arrivano a Milano per seguire la squadra del cuore, impegnata ieri sera nella semifinale di coppa Italia contro il Milan, e decidono quel fuoriprogramma, troppo facile e comodo a poche ore dai festeggiamenti per la fine della Guerra.
Raggiungono corso Buenos Aires, a due passi da piazzale Loreto, e tirano fuori lo striscione che è un insulto alla memoria nazionale. È l'ora di pranzo, il traffico è sempre convulso, anche se un po' meno del solito per via del lungo ponte, ma i settanta neofascisti si fanno sentire. Urla. Slogan. Canti. Saluti nello stile littorio. E video che cominciano immediatamente a circolare in rete.
Poi i camerati se ne vanno, mentre sul posto arrivano i poliziotti della Digos per i primi accertamenti. Il pm Alberto Nobili apre un fascicolo per violazione della legge Scelba. Nel pomeriggio le forze dell'ordine identificano in varie zone della città almeno 19 tifosi biancocelesti, più 3 dell'Inter che avrebbero partecipato al raduno volante: le due curve sono fra l'altro gemellate. Per il momento, però, nessuno è iscritto nel registro degli indagati. Ma sulla matrice del gesto ci sono pochi dubbi; in fondo allo striscione c'è la scritta Irr che sembra una firma d'autore: quella degli Irriducibili, supporter biancocelesti con la testa rivolta all'indietro. Verso gli anni del Ventennio.
«A Milano - torna alla carica Salvini - 14 idioti. Non tolleriamo violenza».
S'indigna anche il sindaco Beppe Sala: «Anche cercando di non drammatizzare, non si può non capire che si stanno superando certi limiti. Ma Milano è e resterà sempre una città profondamente antifascista». Ancora più duro il presidente milanese dell'Anpi Roberto Cenati: «È allucinante, devono essere trovati i responsabili».
In serata arriva la notizia che fra gli estremisti individuati c'è anche il «direttore del coro» che incitava gli altri a ripetere le formule e scandiva il «presente».
Nell'album di famiglia degli ultrà della Lazio c'è di tutto e il
fanatismo non si è fermato davanti a niente e nessuno. Perfino l'immagine di Anna Frank è stata profanata per insultare senza vergogna e senza pietà i romanisti. Fra rigurgiti di odio e di antisemitismo davvero mortificanti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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