Ora la donna di Dior si è messa in "ferias"

Arte, flamenco e tradizione equestre: così la collezione La Capitana celebra la Spagna

Ora la donna di Dior  si è messa in "ferias"

La processione pagana che per convezione chiamiamo sfilata comincia con una ragazza in pantaloni maschili appesi a un paio di bretelle sotto al classico scialle andaluso nero a fiori rossi trasformato in giacca-cappa. Ti viene in mente la Giuditta del libro Lo Scialle Andaluso di Elsa Morante ma qualcosa nel passo danzante e fiero della donna fa pensare a una flamenguera tipo Cristina Hoyos protagonista con Antonio Gades di un'indimenticabile versione del balletto El Amor Brujo di Manuel de Falla. Poi sulle note dello show leggi che Maria Grazia Chiuri ha scelto Carmen Amaya detta «La Capitana» come emblema della collezione Dior Cruise 2023 che ha sfilato l'altra sera a Siviglia nella Plaza de Espana disegnata dall'architetto sivigliano Annibale Gonzàles come spazio-simbolo dell'esposizione ibero-americana del 1929.

È un luogo di grande bellezza e suggestione nel cuore di una città che dire bella è dire poco, un melting pot vivo e vibrante di culture, tradizioni, usi e costumi, suggestioni. La donna che da sei anni siede con enorme successo sul trono creativo dell'universo femminile di Dior, cerca proprio questo per la collezione Cruise, quella che arriva nei negozi a novembre e ci resta fino a maggio coprendo quasi tre stagioni. Per cui se il punto di partenza è la ballerina di flamenco che si vestiva da uomo in scena e che per prima ha introdotto nella danza da strada gitana i prodromi della ribellione, il punto d'arrivo sono i sublimi ricami in oro zecchino realizzati in un antichissimo atelier tra Cordoba e Siviglia. «Fanno perfino il tombolo con il filo d'oro e d'argento» spiega la Chiuri raccontando che questi capolavori manufatturieri ormai si fanno solo per i mantelli delle Madonne da portare in processione. Chiuri li mette sulla baschina tondeggiante di una divina giacca Bar (il più iconico dei modelli di Christian Dior) in velluto nero. E sotto aggiunge la classica gonna a ruota da gran sera in maglia di rete dorata. Sembra di vedere la duchessa d'Alba, la Grande di Spagna che aveva più titoli nobiliari della regina Elisabetta.

Poi c'è il completo da torero con la giacchina corta decorata da nappine e passamanerie ma in questo caso abbinata alla tipica gonna a matita di Dior. L'immagine della flamenguera con il sottanone a balze e la blusa che scopre le spalle viene evocata negli abita da sera finali creati in collaborazione con l'artista Maria Angeles Villa Tortosa, ma c'è perfino una versione femminile di Zorro con la gonna lunga al posto dei calzoni da spadaccino a cavallo e il mantello che vola. Non mancano i sombreri, quei magnifici pantaloni da gaucho detti Chaps fatti però in pizzo di pelle oppure nella notissima tela logata di Dior detta Oblique. Il tutto con innumerevoli variazioni sul tema della borsa Sella creata a suo tempo da Galliano oppure con degli stupendi secchiellini di paglia e cuoio per cui si potrebbero fare follie e con le ballerine dal piccolo tacco tipiche per ballare il flamenco e delle ghette di pelle al posto degli stivali. Tutto questo è senza dubbio una versione pop dell'estetica del nobile brand francese.

Mentre le modelle sfilavano su una bellissima colonna sonora appositamente composta da Alberto Iglesias (il musicista di riferimento di Almodovar) e su un tappeto rosso di garofani e rose pensavi che questo è un immaginario da cartolina. Ma è proprio questo che serve adesso al mondo, un bell'antidoto alla tristezza dei tempi, qualcosa che esca dai negozi da solo.

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