Dopo gli sgomberi i rom minacciano gli italiani: "Entreremo nelle vostre case"

Nuove tensioni con la comunità rom dopo gli sgomberi. Salvini: "Legalità e ordine prima di tutto". Ma i nomadi minacciano: "Ci prendiamo le case degli italiani"

Dopo gli sgomberi i rom minacciano gli italiani: "Entreremo nelle vostre case"

Legalità. È questo che chiede Matteo Salvini. "In Italia ci sono circa 150mila rom - spiega il ministro dell'Interno su Twitter - il problema riguarda solo quei 30mila che si ostinano a vivere nei campi, ai confini della legalità o nella piena illegalità". Dopo aver fatto sgomberare il Camping River di Roma, il leader leghista si trova soltanto all'inizio dell'opera. "Fermare tutto questo mi pare solo una questione di buonsenso", chiosa sapendo però che la partita da giocare sarà molto dura. E proprio da Roma si levano le prime minacce della comunità rom. "Entreremo nelle case dei cittadini, da stasera, per fargli vedere cosa significa essere buttati in strada", confida al Messaggero Denis Stefan, 27enne del Kosovo.

Il Camping River ha chiuso. Le 256 persone rimaste nel campo nomadi sono state sgomberate dalle forze dell'ordine che hanno eseguito l'ordinanza firmata dal sindaco Virginia Raggi. Circa 130 tra donne e bambini sono stati sistemati (ma solo fino a settembre) in case famiglia, mentre per gli altri dovranno cercarsi altre soluzioni. "Legalità e ordine prima di tutto", ha messo in chiaro Salvini. Due parole che dovrebbero essere condivise da tutti, ma la vicenda del campo di via della Tenuta Piccirilli ha sollevato nuove polemiche. "Fino a ieri i cittadini di questa zona stavano bene con noi, ci salutavano, salve, buongiorno - tuonano i rom che vivevano nel Camping River - ora abbiamo sentito che sono felici che ci cacciano via". E già scattano le minacce contro i romani: "Allora noi abbiamo promesso che da stasera gli entreremo in casa. Una minaccia? No, bloccheremo tutta la via. Non sarà facile liberarsi di noi".

A fomentare l'odio dei rom ci pensa la sinistra che in queste ore sta gettando benzina sul fuoco. "Ci troviamo di fronte ad una gravissima violazione del governo italiano di fronte alla Corte di Strasburgo. Un precedente unico e gravissimo", ha commentato il presidente dell'Associazione 21 luglio Carlo Stasolla, che aveva presentato il ricorso in difesa di tre abitanti del campo che ha fatto scattare lo stop della Corte europea dei diritti dell'uomo. "È inaccettabile continuare a finanziare luoghi come questi dove si favorisce la ghettizzazione - ha replicato la Raggi - e, soprattutto, dove le condizioni di vita non tutelano i diritti di bambini, donne e uomini".

Ma i rom non sono disposti a mollare e, come riferisce il Messaggero, le forze dell'ordine sono state schierate davanti ai cancelli delle case che si trovano nelle vicinanze del campo nomadi per assicurarsi che i rom non provino a forzare gli ingressi. "I residenti sono preoccupati - rivela l'ex minisindaco del XV municipio, Daniele Torquati - temono che queste persone rimangano qui chissà per quanto".

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