"Ora vedremo se il Csm dirà che chi sbaglia paga"

Il leader di Iv: "Basta con la difesa corporativa delle toghe. Chi ha indagato su di noi ha violato la legge"

"Ora vedremo se il Csm dirà che chi sbaglia paga"
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Senatore, due settimane fa lei disse che la sentenza della Corte Costituzionale che dava torto alla procura di Firenze non era una vittoria di Renzi o del Senato ma di tutti i cittadini. Vale lo stesso per la decisione di Nordio di mettere sotto processo disciplinare i due pm fiorentini?

«In questo caso - risponde Matteo Renzi - ancora di più. Ormai la vicenda non riguarda più l'accusa del processo Open che era ridicola fin dall'inizio e che è stata smontata nelle sedi istituzionali: qui il tema è se un pubblico ministero può violare la legge. E nel caso in cui la violi capire se lo fa per sbaglio o con un secondo fine. Il problema non è se noi abbiamo violato la legge, il problema è se la legge l'hanno violata quelli che hanno indagato su di noi. Al momento si è espressa la Corte Costituzionale e si è espressa contro i pm. Si è espressa cinque volte la Cassazione e si è espressa contro i pm. Ora vediamo se il Csm finalmente sancirà che chi sbaglia paga anziché far prevalere la difesa corporativa».

A questo punto si pone un problema di compatibilità dei pm Turco e Nastasi con l'inchiesta? Possono continuare a indagare su di lei pur essendo sotto accusa?

«Potrei risponderle con una battuta: ormai mi sono talmente affezionato alle loro angherie che non pongo problemi sulla loro permanenza. Il tema è un altro: come può la Procura di Firenze essere credibile. Turco è lo stesso dell'accusa shock a Berlusconi sulla mafia: un'accusa farneticante da cui Silvio Berlusconi non può più purtroppo nemmeno difendersi. Nastasi è lo stesso della vicenda David Rossi. Io non combatto per me, ormai mi sembra chiaro: io metto il mio nome, la mia storia, il mio coraggio a difendere tutti i cittadini che vengono vessati da un sistema sbagliato. E a difendere anche i tanti magistrati che fanno bene il loro lavoro e che vengono messi in difficoltà dai colleghi che non rispettano la Costituzione e che non rispettano la legge».

Per l'uomo della strada sono mancanze difficili da valutare, magari qualcuno potrebbe considerarli cavilli per sottrarsi alla giustizia.

«Credo di essere uno dei pochi che non solo non si sottrae alla giustizia ma la cerca, facendo ricorsi, appelli, denunce. Io mi sono laureato in giurisprudenza perché fin da ragazzo credo nella giustizia giusta. Ma non è giusta una giustizia in cui un pm non rispetta la legge. Punto. E questo un cittadino della strada lo capisce benissimo. Come pure capisce che qualcosa non torna quando l'ufficio di una procura si accanisce contro un politico, suo padre, sua madre, sua sorella, suo cognato indagando per anni con un esborso di soldi pazzesco, ma poi accade che si dimentichino nonostante le denunce del Comune - di sgomberare un hotel occupato in modo abusivo. E in quell'hotel nel cuore di Firenze accade di tutto, da tentati omicidi fino ai rapimenti di una bambina di cinque anni. Se la procura di Firenze si occupa di Open violando la legge e ignora ciò che accade all'Hotel Astor il cittadino si indigna. E fa bene».

Nordio ha fatto proprie le accuse che lei lancia da tempo. Non teme che adesso il ministro sembri essersi fatto guidare da lei?

«Ho stima di Nordio ma come è noto siamo su due campi politici diversi. Lui è eletto con Fratelli d'Italia, io sono contro questo governo. E rivendico la libertà di dire che alcuni provvedimenti non mi convincono, dal recente decreto sulle intercettazioni risalendo fino a quello sui Rave Party. Ma su questa vicenda da quello che capisco Nordio ha fatto fare un'ispezione e se capisco bene ha chiesto di aprire l'azione disciplinare sulla base di specifici fatti. Un Guardasigilli su queste cose non va a simpatia ma segue le ispezioni».

Cosa possiamo aspettarci dalla Anm? Quando partì l'ispezione a Firenze presero le difese dei due pm che «avevano fatto in silenzio il loro dovere».

«Più che difendere i colleghi di Firenze l'Anm ha attaccato me, cosa che fa dai tempi di Davigo. Anche ai loro comunicati stampa di attacchi sono affezionato. Penso però che se fossero seri quelli dell'Anm dovrebbero scusarsi non con me non lo faranno mai ma con i loro colleghi della Cassazione.

Io non sto attaccando i magistrati, io sto difendendo la legalità che una indagine assurda come quella di Open ha violato più volte, a cominciare dai sequestri indebiti e dalle captazioni illegittime. Non dico che mi aspetto solidarietà dall'Anm, ma sarebbe auspicabile che tale solidarietà arrivasse quantomeno ai giudici della Cassazione che hanno smontato l'indagine di Nastasi e Turco».

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