"Ora vi ammazzo tutti". Irrompe all'assemblea, spara e uccide tre donne

Irrompe nella riunione condominiale, scarrella e spara. "Vi ammazzo tutti!". Tre donne uccise sul colpo, una cinquantenne in fin di vita, altri tre condomini feriti

"Ora vi ammazzo tutti". Irrompe all'assemblea, spara e uccide tre donne

Irrompe nella riunione condominiale, scarrella e spara. «Vi ammazzo tutti!». Tre donne uccise sul colpo, una cinquantenne in fin di vita, altri tre condomini feriti. Una strage, ieri mattina, durante l'assemblea di fine anno per i consorziati del residence Valleverde, ad Ascrea lago del Turano, nel reatino, riuniti nel gazebo di un bar nel quartiere Fidene, a Roma Nord. Claudio Campiti, 57 anni, il killer, è stato bloccato da un vicino di casa, Silvio Paganini, 67 anni, che l'ha disarmato e consegnato ai carabinieri arrivati pochi minuti dopo.

Sono passate le 9 della domenica quando l'uomo, «una persona disturbata, che vive in una casa mai finita ad Ascrea», lascia il poligono di tiro a Tor di Quinto portando via una pistola semiautomatica 9x21, una Glock. Un'arma micidiale, in grado di trapassare una persona e colpirne un'altra con lo stesso proiettile. Sono le 9.30, l'assemblea è appena cominciata, trenta persone sono sedute ai tavolini del bar «Il Posto Giusto» di via Monte Giberto 21. Campiti parcheggia la sua Ford Ka verde lungo la strada. «È entrato come una furia, sembrava non avesse nulla in mano», racconta Luciana Ciorba, vicepresidente del Consorzio. Sbarra la porta, urla come un matto, mentre con la mano sinistra carica colpo in canna, il primo di 15 proiettili. La punta contro l'intero consiglio di amministrazione, dal presidente alla contabile. Preme il grilletto almeno cinque volte, colpendo per prima la segreteria, Sabina Sperandio, 71 anni, che muore sul colpo. Poi uccide Elisabetta Silenzi, 55 anni e Nicoletta Golisano, 50 anni. Fabiana De Angelis, 50 anni, viene centrata alla testa e crolla anche lei sul pavimento ma respira ancora. Dopo è la volta della presidente Bruna Marelli e di Lino de Santis, colpiti a un fianco. La gente si getta a terra, cercando riparo fra i tavoli. L'arma si inceppa, un vicino, Paganini, nonostante una ferita di striscio al volto, ne approfitta e gli salta addosso. «Un eroe - racconta un'altra donna sopravvissuta alla strage - se non era per lui quel pazzo avrebbe ucciso altri». Campiti è a terra, cerca di liberarsi ma intervengono altri condomini che lo immobilizzano. «Mi sono precipitata alla porta per far uscire tutti - racconta ancora la testimone - ma questa si apriva al contrario. Una volta aperta siamo usciti e abbiamo chiamato il 112». Pochi istanti e una pattuglia del nucleo radiomobile dei carabinieri si precipita sul posto. Campiti viene ammanettato e portato in caserma, al Torrino, mentre le ambulanze fanno la spola a sirene spiegate fra Fidene e gli ospedali vicini. Fabiana De Angelis, 50 anni, è la più grave e viene portata al Sant'Andrea. «L'abbiamo sottoposta a un intervento chirurgico - spiegano i sanitari - durato 4 ore. Adesso è nel reparto rianimazione in prognosi riservata». L'anziana presidente, Bruna Marelli, viene trasportata al policlinico Umberto I mentre Lino de Santis, colto da malore, è ricoverato all'ospedale Pertini. Il quarto ferito, Paganini, viene medicato al Gemelli. «Campiti non è un matto - ripete, ancora sotto choc, Luciana Ciorba - è entrato in assemblea per uccidere. Non voleva pagare le spese del consorzio. Punto. Vive in una casa non finita, una specie di catapecchia senza acqua e luce. Lo abbiamo denunciato decine di volte: se la prendeva con i bambini, a volte girava mezzo nudo vicino il parco giochi. Diceva che eravamo tutti mafiosi. L'anno scorso ha pubblicato un blog in cui se la prende con chiunque di noi facendo accuse gravissime. Abitiamo a Roma, queste di Ascrea, Rocca Sinibalda, sono seconde case, per le vacanze. Qui vicino, a Colle Salario, c'è la sede del consorzio, lui è l'unico che viveva fisso ad Ascrea». Il pm, Giovanni Musarò, giunto sul luogo della tragedia, ha messo a verbale le varie testimonianze. Per Campiti fermo di pg per accuse che vanno dall'omicidio volontario plurimo aggravato al porto abusivo di arma da fuoco (aveva chiesto il porto d'armi, negato) e lesioni gravi. Il pm gli contesta pure la premeditazione.

Con se aveva 170 proiettili, un passaporto forse da utilizzare per fuggire e dei vestiti. Da chiarire come abbia fatto ad allontanarsi dal poligono senza restituire l'arma e con ben due caricatori. Che per fortuna ha usato solo in minima parte.

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