"La fonte di legittimazione di Ignazio Marino sono i cittadini romani, non resta al suo posto o se ne va perché lo decide Matteo Orfini o il presidente del Consiglio, Marino ha vinto le elezioni ed è stato eletto per governare". Matteo Orfini, presidente del Pd e commissario straordinario del partito a Roma, nel corso della presentazione della Festa dell'Unità, ha difeso il primo cittadino dalla bufera che lo sta travolgendo da quando è partita la seconda ondata di arresti nell'ambito dell'inchiesta di Mafia Capitale.
Orfini ha così smentito le parole di Matteo Renzi usate da Bruno Vespa e che lasciavano presagire una cacciata di Marino dal suo ruolo. "Chi è in grado di governare governi, se non è in grado di governare va a casa", aveva detto il premier spostando il problema sull'incapacità del sindaco di governare una città come Roma, piena di sacchetti di immondizia e di buche per le strade. Parole che, evidentemente, non hanno convinto Orfini il quale, anzi, è sembrato polemizzare Renzi affermando: "Il problema non si risolve a battute, le parole dette dal presidente del consiglio sono evidentemente più articolate". Ma poi ha parzialmente corretto il tiro: "Penso che Roma - ha dichiarato - debba accettare la sfida che Renzi lancia, nel momento in cui si chiude mafia capitale bisogna rilanciare l'azione amministrativa. Questa è la sfida che Renzi lancia. Renzi ha detto cosa chiara: Marino dicci se te la senti. Io credo che questa sfida vada raccolta".
Nessun dubbio neppure sulla possibilità di commissariaramento:"Renzi ha ribadito questo: che Marino è una persona perbene e che non prende neanche in considerazione l'ipotesi di uno scioglimento del Comune". Orfini non nasconde però la necessità di un cambio di passo da parte della giunta:"Noi siamo consapevoli, a cominciare dal sindaco, che c'è la necessità di salto di qualità dell'azione amministrativa".
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