Le sorprese sembrano non finire mai quando si tratta del terrorista Cesare Battisti. Un accordo con il Brasile, firmato dall'ex ministro della Giustizia del Pd Andrea Orlando, potrebbe consentire all'ex terrorista Cesare Battisti di uscire di galera ben prima del previsto. Il documento integrale, che risale al 7 ottobre 2017 e di cui l'Adnkronos è entrata in possesso, commuta l'ergastolo in una pena di 30 anni e potrebbe accorciare notevolmente la permanenza in carcere dell'ex leader dei Pac per la possibilità del detenuto di ricorrere ai benefici di legge. Di questo accordo di estradizione il difensore di Battisti, l'avvocato Davide Steccanella, ha chiesto l'applicazione, con un'istanza presentata alla Corte d'Assise d'Appello di Milano.
Una mossa che si accompagna alla svolta storica compiuta a marzo dall'ex terrorista arrestato in Bolivia dopo 37 anni di latitanza, di "collaborare" con la giustizia: a marzo infatti Battisti, che si è sempre dichiarato innocente, ha per la prima volta ammesso di fronte ai magistrati le sue responsabilità nei quattro omicidi per i quali è stato condannato. Un gesto forse parte di una strategia processuale che potrebbe portare Battisti fuori dal carcere di Oristano molto prima del previsto.
Secondo il legale, l'accordo con il Brasile sarebbe l'unico titolo valido di estradizione per l'ex Pac, visto che il rimpatrio dalla Bolivia non ha rispettato la procedura di espulsione prevista dalla legge boliviana, né per quanto riguarda i tre giorni da attendere per permettere il ricorso né per quanto riguarda l'invio dell'espulso nel 'paese d'originè, "che risultava pacificamente essere il Brasile", scrive l'avvocato Steccanella
nell'istanza, spiegando, tra l'altro, che, in caso di commutazione dell'ergastolo in 30 anni, dalla pena dovrà essere "detratto quanto oggetto dei diversi provvedimenti di condono", e il periodo già trascorso in carcere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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