Pannella vince da morto. La Corte Ue lo risarcisce per il "bavaglio" Rai

A cinque anni dalla sua scomparsa, Marco Pannella si leva il bavaglio. Il leader radicale ha infatti vinto il ricorso presentato alla Corte europea dei diritti dell'uomo nel 2013 per conto della lista che portava il suo nome

Pannella vince da morto. La Corte Ue lo risarcisce per il "bavaglio" Rai

A cinque anni dalla sua scomparsa, Marco Pannella si leva il bavaglio. Il leader radicale ha infatti vinto il ricorso presentato alla Corte europea dei diritti dell'uomo nel 2013 per conto della lista che portava il suo nome, insieme all'allora segretario dei Radicali Mario Staderini, lamentando l'esclusione dai programmi politici della Rai tra il primo aprile e il 3 giugno del 2010 e chiedendo la condanna dell'Italia per la mancata trasmissione, dal 2008, delle tribune politiche in tv previste dalla legge in periodo non elettorale. La Cedu, il 31 agosto scorso, gli ha dato ragione. E ha stabilito che la Lista Pannella era stata «fortemente marginalizzata, se non esclusa dal dibattito politico mediatico», riconoscendo a titolo di danno morale una somma pari a 12mila euro che lo Stato dovrà versare entro tre mesi.

Una vittoria postuma che farebbe piacere al vecchio leader radicale, che ha visto certificata la violazione del diritto a ricorrere di fronte all'inerzia della Commissione parlamentare di vigilanza Rai. E a quest'organo infatti che la legge in Italia affida la gestione diretta delle tribune politiche, ma la Commissione dal 2008 a oggi «non ha mai adottato l'atto di avvio», sottolineano in una nota i Radicali italiani. Il nostro ordinamento, però, non prevede ricorsi contro gli atti della Commissione. E la Corte ha riconosciuto una violazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo proprio in quel vuoto normativo. Certificando l'ultimo «bavaglio» a Pannella e condannando l'Italia a risarcirlo, oltre che a far sì che, se la Commissione di vigilanza adotti atti che toccano la libertà di espressione, vi sia la possibilità di impugnarli in giudizio.

L'ultima sciabolata del vecchio leader radicale viene accolta con soddisfazione da segretario e tesoriera dei Radicali Italiani, Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, che plaudono a una sentenza con cui la Cedu «segna la strada per un primo rientro nella legalità dell'Italia sul fronte del diritto all'informazione» e mette fine

alla «impunità della Commissione di vigilanza Rai, che per troppo tempo ha permesso ai partiti di decidere le regole del servizio pubblico in contrasto con leggi e Costituzione ma senza doverne rispondere nei tribunali».

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