È arrivato a bordo di un'utilitaria bianca, a sorpresa e fuori da ogni protocollo, per chiedere a Mosca la fine dei bombardamenti in Ucraina e di tornare a sedersi al tavolo della diplomazia. Papa Francesco, scortato dagli uomini della Gendarmeria vaticana, ha raggiunto ieri mattina l'ambasciata della Federazione Russa presso la Santa Sede, a due passi dal Vaticano. Un gesto inaspettato e dall'alto valore simbolico che il Pontefice ha voluto compiere per manifestare di persona tutta la sua preoccupazione per la guerra e allo stesso tempo inviare un forte segnale al presidente Vladimir Putin, segnalando in particolare il dramma dei civili in fuga dal Paese e dicendosi «angosciato» e «addolorato» per quanto sta avvenendo.
Proprio con Putin, Bergoglio ha sempre avuto un rapporto cordiale: lo ha ricevuto per tre volte in Vaticano (nel 2013, nel 2015 e nel 2019) e in varie occasioni il presidente russo, come accaduto lo scorso dicembre, ha voluto sottolineare quanto il Papa abbia contribuito al «rafforzamento dei legami russo-vaticani». Questa volta, però, non c'è stato un contatto diretto, non c'è stata una telefonata, come avvenuto in passato: il Papa, vista la gravità del momento, ha voluto seguire una via più ufficiale, un colloquio di poco più di mezz'ora con l'ambasciatore Aleksander Avdeev, annullando quasi tutti gli impegni della mattinata. Il rappresentante diplomatico, dopo l'incontro, ha smentito categoricamente a diversi media russi che il Pontefice abbia offerto una mediazione del Vaticano tra Russia e Ucraina per il raggiungimento della pace e, allo stesso tempo, ha subito inviato al Cremlino un resoconto dettagliato della conversazione e delle parole di Francesco, perché arrivassero nelle mani del Presidente. «Il Pontefice ha fatto il primo passo per muovere i cuori di coloro che sono coinvolti nel conflitto», ha detto l'arcivescovo della Madre di Dio a Mosca e presidente dei vescovi cattolici russi, monsignor Paolo Pezzi a Tg2000, e in effetti, la mossa a sorpresa del Papa potrebbe innescare una reazione in Putin che, in passato, ha sempre garantito a Bergoglio di voler fare ogni sforzo per «sostenere i valori morali e umanitari fondamentali».
Il Pontefice, nel frattempo, ha annullato anche la visita a Firenze di domani e la sua celebrazione del mercoledì delle Ceneri all'Aventino, il prossimo 2 marzo, per «un'acuta gonalgia che richiede riposo per la gamba».
Per quello stesso giorno Francesco ha invitato tutti alla preghiera e al digiuno per la pace in Ucraina, sulla quale si è espresso anche qualche giorno fa il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin: «C'è ancora tempo per la buona volontà, c'è ancora spazio per il negoziato, c'è ancora posto per l'esercizio di una saggezza che impedisca il prevalere degli interessi di parte, tuteli le legittime aspirazioni di ognuno e risparmi il mondo dalla follia e dagli orrori della guerra».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.