Il luogo è già pronto. E non sono le Grotte vaticane, come è consuetudine.
Anche il rito funebre è già deciso, ed è più sobrio del protocollo previsto per le esequie di un Pontefice. Alla vigilia dei suoi 87 anni (17 dicembre), Papa Francesco pensa alla morte e annuncia, in un'intervista alla televisione messicana N+, di aver già preso decisioni che passeranno alla storia. «Voglio essere sepolto a Santa Maria Maggiore. Il luogo è già pronto», confessa.
Una novità storica rispetto ai Papi del passato, tutti inumati nelle Grotte vaticane dal 1903, segnata dal fortissimo legame di Bergoglio con la Basilica di Santa Maria Maggiore, visitata 115 volte dal giorno successivo alla elezione, ma anche prima e dopo ogni viaggio internazionale, fino allo scorso 8 dicembre, quando si è recato a omaggiare con una «Rosa d'oro» la Salus Populi Romani, l'icona mariana che la tradizione vuole dipinta da San Luca e che veglia sugli abitanti dell'Urbe. «È la mia grande devozione e prima, quando venivo, andavo sempre lì la domenica mattina. C'è un legame molto grande», confessa il Pontefice argentino nel colloquio con la vaticanista Valentina Alazraki. Il posto scelto per la tumulazione sarebbe proprio accanto all'icona della Salus che si trova nella Cappella Paolina, dove già sono sepolti San Pio V e Paolo V Borghese.
A Santa Maria Maggiore (una delle quattro basiliche papali) ci sono già i resti di altri cinque Papi: Pio V (il Papa inquisitore), Sisto V, Clemente XIII, Paolo V e Clemente IX. Nella cripta della Cappella del Crocifisso è sepolto anche l'ex arcivescovo americano Bernhard Law, che si dimise dopo l'accusa di avere coperto i preti pedofili di Boston in seguito all'inchiesta sui casi di pedofilia commessi da sacerdoti. Bergoglio ha definito anche il rituale funebre, snellendolo. «Ho incontrato il cerimoniere, i funerali papali saranno molto più semplici. Lancerò il nuovo rituale. La vecchiaia non si trucca - aggiunge - è se stessa, si presenta così com'è. E d'altra parte, bisogna sapere accogliere i doni della vecchiaia. Bisogna accettare che si può fare molto bene da un'altra prospettiva». Bergoglio poi rassicura sulle sue condizioni di salute: «Mi sento bene, mi sento migliorato» tanto che le dimissione sono al momento escluse, sebbene abbia firmato nel 2013 la lettera qualora le sue condizioni di salute compromettano in modo permanente le sue capacità decisionali. «Ho visto il coraggio di Benedetto quando si è accorto che non poteva, ha preferito dire basta, e questo mi fa bene come esempio e chiedo al Signore di dire basta, ad un certo punto, ma quando Lui vorrà».
Nonostante l'età e gli acciacchi, Francesco pensa già ai viaggi per il 2024. «Uno è assicurato, è in Belgio - dice - e ci sono due progetti pendenti, uno per la Polinesia e un altro per l'Argentina, che sono pendenti, vedremo come andranno le cose».
Alla
sua terra il Pontefice guarda con grande affetto e per questo passa sopra anche agli insulti che il neo presidente Javier Milei gli ha rivolto durante la campagna elettorale, ma che lo ha già invitato nel suo Paese natale.
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