Qualche linea di febbre lo aveva costretto l'altro ieri ad annullare tutte le udienze previste per la mattinata. Nessuna preoccupazione a Santa Marta, soltanto il consiglio dei più stretti collaboratori e del suo infermiere personale di prendersi ventiquattro ore di riposo, considerate le giornate zeppe di impegni delle ultime settimane e la convalescenza terminata da poco, a seguito di una polmonite acuta che lo ha colpito due mesi fa, con tanto di ricovero al policlinico Gemelli. Era il 29 marzo e Papa Francesco prima del malore e della corsa in ambulanza in ospedale, avrebbe dovuto registrare un'intervista al carcere romano di Regina Coeli con la trasmissione della CEI, «A Sua Immagine», in onda sulla Rai. Un'intervista dedicata ai temi della Pasqua che fu rinviata per ovvi motivi, con la promessa del Papa di recuperarla al più presto, appena si sarebbe ripreso. Ieri Francesco ha mantenuto la promessa e alle tredici in punto ha lasciato il Vaticano per raggiungere Saxa Rubra, il quartier generale delle produzioni Rai, dove si registra anche il programma religioso condotto da Lorena Bianchetti: è la prima volta che un Pontefice visita gli studi della Rai e quello «stato febbrile» del giorno prima non lo ha di certo fermato.
Con questa sorpresa al programma della Conferenza Episcopale Italiana Francesco ha infranto l'ennesimo tabù riguardo alla «comunicazione vaticana», partecipando a un programma all'interno di uno studio televisivo (cosa che in realtà faceva spesso da arcivescovo di Buenos Aires), con la presenza in contemporanea di altri ospiti e anche del pubblico. Qualcosa di impensabile per un Papa fino a qualche decennio fa. Fino ad oggi, infatti, Papa Bergoglio aveva sempre ricevuto i giornalisti o altri intervistatori in Vaticano, presso la Domus Santa Marta, dove vive ormai da oltre dieci anni, oppure spostandosi sempre all'interno del piccolo stato, magari nei giardini vaticani o in qualche altro edificio d'Oltretevere. In rare occasioni il Papa ha registrato delle interviste anche al di fuori delle mura leonine, come successe ad esempio con la tv brasiliana Rede Globo nel 2013, rilasciando un'intervista al giornalista Gerson Camarotti mentre si trovava a Rio de Janeiro per la Giornata Mondiale della Gioventù o, più di recente, raggiungendo una troupe televisiva e i due registi spagnoli Jordi Evole e Màrius Sanchez all'ex lanificio di Pietralata, alla periferia di Roma dove ha dialogato con alcuni giovani di lingua spagnola per una serie a puntate in onda su Disney Plus. Interviste, queste, approvate e organizzate direttamente dal Pontefice che preferisce gestire in prima persona questo tipo di attività, senza altre intermediazioni vaticane. Così è accaduto ieri per la partecipazione al programma della CEI, accettando la proposta della conduttrice, attraverso don Marco Pozza, parroco del carcere «Due Palazzi» di Padova, di raggiungere lo studio per registrare la trasmissione che andrà in onda domenica prossima. «La presenza di Papa Francesco negli studi Rai è un evento storico per l'azienda e un momento di grande intensità e significato. Il Santo Padre ha la capacità di toccare il cuore di tutti noi, credenti e non credenti, con la sua straordinaria empatia e la forza del suo messaggio e di valori universali come la pace, la carità, l'inclusione. Ricorderemo con vera emozione questo momento», hanno detto con un comunicato la presidente Marinella Soldi e il neo amministratore delegato Roberto Sergio che ha accolto il Pontefice all'ingresso di Saxa Rubra insieme a Lorena Bianchetti. Francesco è arrivato a bordo dell'utilitaria bianca che utilizza per gli spostamenti brevi, ricevendo gli applausi di un gruppo di dipendenti e giornalisti che lo aspettavano davanti all'edificio che ospita lo studio. In trasmissione, seduto accanto all'ospite d'onore, oltre a don Pozza, legato da una profonda amicizia sia al Pontefice che alla Bianchetti, c'era anche suor Agnese Rondi, suora del Cottolengo.
Nella puntata speciale il Papa ha voluto toccare i grandi temi d'attualità tra cui la guerra in Ucraina, le difficoltà che ciascuno incontra nell'esistenza quotidiana, l'aggressività che pervade la vita sociale e, infine, il ruolo che la comunicazione e l'informazione devono svolgere in questo scenario.
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