La figura di Mario Draghi a Palazzo Chigi non solo rappresenta l'opportunità di rilancio del nostro Paese, ma anche un'occasione per mutare il quadro politico in Italia. In questa fase è emersa l'importanza dell'area di centro, senza cui il nuovo governo non avrebbe potuto trovare vita. Tra i principali protagonisti - non a caso - vi è Forza Italia che, come ribadito questa mattina da Silvio Berlusconi, mira a incarnare ancora una "funzione trainante, non solo politicamente ma anche sul piano dei numeri". L'approdo dell'ex numero uno della Bce a Roma è stato reso possibile anche grazie alla mossa di Matteo Renzi, che ha staccato la spina al precedente governo e ha avviato le settimane frenetiche a cui abbiamo assistito, termie ieri con la cerimonia del giuramento nel palazzo del Quirinale.
"A noi non interessano le poltrone, l'importante è aver consegnato al Paese una guida autorevole", continuano a ripetere da Italia Viva. Sarà effettivamente vero o si tratta solo di dichiarazioni di circostanza? Sta di fatto che dietro la strategia del fondatore di Iv vi è un obiettivo ben preciso: farsi leader moderato prendendosi la nascente area di centro. I soliti ben informati parlano di fase due della cosiddetta "operazione Draghi", ovvero quella di destrutturare i poli per poi diventare l'ago della bilancia della politica nostrana.
La mossa di Renzi
Effettivamente si fa notare che l'ex sindaco di Firenze è riuscito a sdoganare "Matteo Salvini agli occhi dei poteri forti internazionali grazie a Mario Draghi, rendendo così possibile un’alleanza futura con il centrodestra". Parallelamente potrebbe "tornare a flirtare con il Pd in un’ottica di alleanza di centrosinistra non più sbilanciata verso i 5 Stelle". Tuttavia per farlo sarebbe necessario un nuovo segretario a capo del Partito democratico. E non si tratta affatto di un'utopia: la gestione della crisi da parte di Nicola Zingaretti è finita sotto accusa, con alcuni esponenti che chiedono di rivedere la segreteria e avviare un nuovo percorso.
L'operazione "grande centro" consiste proprio in questo: decidere progressivamente se essere il "centro" del centrosinistra o del centrodestra.
La scelta di Draghi di "premiare" le ali moderate di Lega e Forza Italia potrebbe consentire a Renzi di far nascere un nuovo centro moderato. A quel punto, scrive Marco Antonellis su Tpi, potrebbe coronare il sogno di superare la fatidica soglia del 10% che gli consentirebbe di diventare l'ago della bilancia tra i due poli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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