In percentuale sono pochi i sanitari no vax, una platea di 45.753 professionisti, pari al 2,36% della categoria (anche se per i sindacati i dottori sarebbero solo lo 0,2%). Sempre troppi per chi indossa il camice bianco, soprattutto dopo il decreto che obbliga alla profilassi vaccinale i lavoratori delle strutture sanitarie.
«Dubito che i colleghi no vax possano essere considerati medici, è come un ingegnere che non crede alla matematica. Non si può affidare la salute a chi non crede nei vaccini. Ma sono pochissimi, il 98% dei medici lo ha fatto», assicura il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. Il tema, comunque, è più che mai attuale adesso che le varie aziende sanitarie hanno avviato le procedure per la sospensione dei sanitari che rifiutano la somministrazione. In Veneto sono già partiti gli ultimatum a medici (in realtà una percentuale minima), infermieri e operatori sanitari: chi evita la profilassi o continua a temporeggiare come molti hanno fatto finora (in molti casi fissando un appuntamento per poi cancellarlo e riprenderne un altro), entro pochi giorni sarà sospeso.
Anche in Sicilia procede la caccia agli irriducibili del vaccino. E a Palermo sono iniziate le prime procedure per la sospensione degli operatori sanitari non vaccinati. L'Asp del capoluogo ha effettuato una prima ricognizione di operatori delle varie professioni sanitarie per i quali la legge prevede l'obbligo vaccinale quale requisito per l'esercizio della professione e già ieri sono partite le segnalazioni ai relativi ordini professionali del personale che, senza adeguata e motivata giustificazione, non si è vaccinato. Ricognizione in corso per stabilire l'incidenza del fenomeno anche in Campania, dove ancora si stanno valutando eventuali provvedimenti da prendere. Anche l'Umbria aspetta di stabilire il numero definitivo dei sanitari no vax prima di definire le azioni da intraprendere, compresi demansionamenti e sospensioni. Si tratterebbe di una platea del 10% tra medici, infermieri, oss e farmacisti.
Nelle Marche ci sarebbero oltre un migliaio di sanitari che non si vogliono immunizzare e che, nonostante il pressing della Regione, hanno continuato ad eclissarsi. Adesso sono partite le raccomandate e gli interessati hanno cinque giorni per rispondere.
In Emilia Romagna, invece, sarebbero circa 5mila gli operatori della sanità per cui è stato attivato l'iter previsto per chi non si è ancora sottoposto alla vaccinazione: entro tre giorni devono prenotare la somministrazione o produrre le motivazioni del mancato vaccino. Pena il trasferimento ad altre mansioni. Pronti ad intervenire anche a Roma, dove si aspettano le segnalazioni della Asl prima di procedere alle sospensioni.
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