L'indebolimento politico del presidente Macron rilancia le quotazioni italiane per la poltrona di vice della presidente Ursula Von der Leyen. Lo scontro vero, tra Italia e Francia, si gioca soprattutto sulla delega. L'esecutivo guidato da Giorgia Meloni punta dritto a un portafoglio economico. La prima scelta, dove si sta consumando il braccio di ferro tra Roma e Parigi, sarebbe la casella di responsabile della politica commerciale, della concorrenza e della politica economica. Un super-commissario che compenserebbe l'esclusione di Meloni dall'accordo tra Socialisti e Popolari europei sui top jobs in Ue. Il favorito per assumere l'incarico di commissario Ue è il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto (nella foto). È il nome su cui punta la premier. C'è un solo piccolo ostacolo: Meloni avrebbe preferito un profilo tecnico, per evitare pressioni da parte degli alleati su possibili rimpasti al governo. Le deleghe di Fitto resterebbero in campo alla presidenza del Consiglio e affidate a un sottosegretario. Circola il nome di Letizia Giorgianni, fedelissima di Giovanbattista Fazzolari. Dalla partita per il commissario Ue si è tirato fuori il ministro della Difesa Guido Crosetto: «Un commissario di peso all'Italia, scrivono. Probabilmente quest'ultimo è l'unico motivo per cui circolava, senza altra ragione reale, anche il mio nome. Si sono persi il fatto che la dieta drastica ed altre concause mi hanno ormai fatto perdere oltre 20 kg» precisa su Twitter il ministro.
Restano sul tavolo altre due opzioni: Elisabetta Belloni e l'ad di Leonardo Roberto Cingolani. La virata su un profilo tecnico è vincolata anche all'esito dello scontro sul portafoglio tra Roma e Parigi. L'ipotesi Belloni ritornerebbe in campo con forza qualora Meloni ottenesse la delega sui Migranti. È una partita a scacchi che la presidente del Consiglio e leader dei Conservatori europei vuole giocare senza rinunciare ad alcuna carta. Ancora due settimane di trattative, prima di chiudere il cerchio: il passaggio chiave sarà la plenaria del 18 luglio quando Von Der Leyen dovrà incassare il via libera da parte del Parlamento per il bis. In vista del voto, si stanno delineando le alleanze e i nuovi gruppi al Parlamento. L'asticella per Von Der Leyen è fissata a 361 voti. Al momento può contare, tra Socialisti, Popolari e Liberali, su 399 voti. Ma teme i franchi tiratori. Il gruppo Ecr europeo, di cui Meloni è presidente, terrà le sue giornate di studio, chiuse al pubblico, da oggi fino al 4 luglio al Mangia's Brucoli, in Sicilia. Saranno presenti tutte le delegazioni dei rispettivi partiti nazionali che fanno parte della famiglia politica dell'Ecr. Sul tavolo il dossier polacco.
Il partito polacco Diritto e Giustizia (Pis) ha minacciato l'addio. Pericolo a quanto pare rientrato: Pis dovrebbe restare nel gruppo Ecr. E nelle prossime ore potrebbe arrivare un parlamentare irlandese ad aumentare la pattuglia dei Conservatori che già conta 83 deputati.
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