La passerella di Hermès è una sinfonia in rosa

Materiali ricchi come nappa, suede e seta si mescolano alla semplicità di denim e viscosa

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Parigi «La semplicità non è altro che una complessità risolta». L'ha detto lo scultore rumeno Costantino Brancusi, l'ha tradotto in moda Nadège Vanhee-Cybulsky alla sua quarta collezione per Hermès. La trentottenne designer francese ha infatti proposto i grandi classici del guardaroba estivo (gonne oppure pantaloni con camicetta educatamente infilata, tute tagliate benissimo, semplici chemisier e leggeri spolverini) con il giusto mix tra normale e speciale. Tutto parte da quella cultura del fare che la storica maison francese conserva gelosamente. Per cui i ricchissimi materiali (nappa guanto, suede, seta in tutti i modi, maglia evanescente) si mescolano con grazia al classico twill di cotone, al denim e alla viscosa. I colori sono spettacolari: si comincia con una sinfonia di rosa chiaro per arrivare al fucsia passando attraverso tocchi misurati di giallo (un paio di short in pelle con camicia bianca e spolverino beige) verde petrolio e nero. Bellissimi ovviamente gli accessori tra cui la nuova borsa Cynetic che è una specie di vanity case rigido e le borsine-gioiello in alligatore oppure lucertola appese al collo con una lunga catena d'oro.

Redemption, marchio creato da Bebe Moratti, Daniele Sirtori e Vanni Laghi intorno a una manciata di passioni che vanno dalle moto alle belle donne, dall'alto artigianato all'impegno civile, cresce stilisticamente trattando lo chiffon come pelle e viceversa oppure mescolando le camicie vittoriane con l'iconico biker. Visto che il brand lancia sempre un messaggio di tipo sociale (il 50 per cento dei proventi viene dato in beneficenza) stavolta sono prese in esame due sottoculture giovanili con le rispettive icone: il flower power degli anni Settanta con Janice Joplin e il movimento punk americano con Stevie Nicks. Oltre ad avere la più bella sonora che si possa immaginare e una top di altri tempi come Angela Lidvall, la sfilata lancia un messaggio forte e chiaro di raffinatezza intesa come necessità nel cosiddetto diplomatico (la giacca con le code da accademico) con foglie d'acanto dorate ricamate a mano in Italia sulla nappa da guanto. Sarah Burton magica designer di Alexander McQueen firma una delle sue migliori collezioni ispirata dalle isole Shetland e da quel senso del fiabesco che alberga sempre nel nord. Inutile dire che l'aspetto dei capi non è tanto estivo, ma la magia della Burton e di McQueen sta proprio nel saper trasformare quella lana calda che sulla pelle nuda di solito pizzica, in un pizzo evanescente oppure i solidi pullover fantasia delle isole posizionate sopra la Scozia negli inconfondibili abiti anatomici della maison. Sull'uso imprevedibili dei materiali scrive da tempo pagine sensazionali Fabio Salini, il designer romano di gioielli che sta cambiando il concetto stesso di alta gioielleria. Diamanti purissimi incastonati nel cuoio, rami di corallo trasformati in tralci da cui penzola un sensazionale grappolo di opali rosa scavate dietro e montate in titanio perché la spilla alla fine non pesi più di tanto, un tipo di paglia brasiliana in via d'estinzione intrecciata in una catena d'oro e brillanti: queste e altre meraviglie vengono presentate fino a oggi pomeriggio nell'appartamento privato di Madame Assouline.

Un altro genio assoluto dell'accessorio e dell'artigianalità made in Italy è Giancarlo Petriglia che disegna borse di rara bellezza prodotte a Palermo e vendute nei 100 migliori negozi del mondo.

Qui a Parigi ha presentato 30 pezzi unici tra cui la borsa Vale in serpente fotosensibile, la borsa Grifo con manico estensibile e i modelli reversibili da una parte con motivi floreali ricamati sul rosa, dall'altra con disegni geometrici su fondo blu. La domanda è una sola: perché a Milano non si riescono ad ammirare dei talenti così?

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