Patrimoniale Ue sulla casa. E la sinistra rimane in silenzio

Salvini giura che l'Italia si opporrà alla direttiva green. L'opposizione invece difende la tassa occulta di Bruxelles

Patrimoniale Ue sulla casa. E la sinistra rimane in silenzio

La mannaia dell'Europa incombe sul nostro Paese, il governo italiano si mette subito sulle barricate e la sinistra che fa? Tace. Da quando la presidenza di turno svedese dell'Ue ha fatto sapere di voler approvare la direttiva sulle case green entro sei mesi un silenzio tombale ha avvolto in modo particolare il Pd. Il mutismo sulle abitazioni dei cittadini è emblematico e rispecchia una atavica tradizione della sinistra che vede la casa solo come una sorta di paradiso fiscale da tassare. Eppure, basterebbe leggere i numeri e ascoltare il grido d'allarme dei costruttori per trovare un assist al ravvedimento. Le tempistiche e le modalità d'azione previste dal provvedimento europeo sull'efficienza energetica degli immobili sono compromettenti e dannose, non solo per le tasche degli italiani ma anche per la tenuta dell'intero sistema paese.

Su 12,2 milioni di edifici residenziali, oltre 9 milioni non sono in grado di garantire le performance energetiche indicate dalle nuove normative. Questo perché il 74% degli immobili in Italia è stato costruito prima dell'entrata in vigore della normativa completa sul risparmio energetico mentre il 75,4% degli attestati si riferisce a immobili ricadenti nelle classi più inquinanti E, F e G.

Obbligare a ristrutturare entro il 2030 due immobili su tre è una missione totalmente folle e dovrebbe essere chiaro a ogni parte politica. Senza considerare la conseguente perdita di valore del parco immobiliare, l'impoverimento delle famiglie (su cui graverebbero i costi della transizione ecologica) e un problema creditizio per le banche, anch'esse proprietarie di migliaia di edifici, che aumenterebbero i valori dei mutui già accesi. Inoltre, secondo Confedilizia, la corsa alla ristrutturazione scatenerebbe il caos nel mercato immobiliare, con l'ennesimo innalzamento dei prezzi delle materie prime e la difficoltà nel trovare il numero adeguato di ditte specializzate, manodopera qualificata e ponteggi per i lavori. Il tutto senza aver previsto uno straccio di incentivo per alleggerire il carico della spesa da sostenere.

Per il vicepremier Matteo Salvini, «la nuova norma, pensata nelle stanze europee, avrebbe conseguenze drammatiche per il settore immobiliare del nostro Paese e per il patrimonio degli italiani. Abbiamo già fermato la sinistra su tasse e patrimoniali, lo faremo anche oggi».

Sulla stessa linea Raffaella Paita, capogruppo di Azione-Italia viva in Senato, che dà manforte al governo: «La Direttiva non tiene conto del fatto che il nostro Paese ha caratteristiche diverse rispetto ai Paesi del Nord Europa. Prendere la strada dell'ambientalismo radicale e intransigente non farebbe altro che provocare disaffezione fra i cittadini sulle tematiche ambientali. Occorre conciliare la tutela dell'ambiente con la altrettanto sacrosanta tutela della proprietà privata».

La questione diventa ancor più grave se si pensa che inizialmente - poi si è deciso di lasciare la decisione agli stati nazionali - c'era anche l'ipotesi di sanzionare col divieto di vendita i proprietari degli appartamenti non in regola con i vincoli energetici. Roba da stalinisti. Ma anche lì, dalla sinistra non si sentì volare una mosca. E la storia adesso si ripete. Il Pd non pervenuto. Bonelli dei Verdi si è invece esibito in un magistrale capovolgimento della questione puntando il dito - ça va sans dire - contro la destra che «sta condannando le famiglie a continuare a pagare costi economici insostenibili perché il patrimonio edilizio del nostro Paese disperde una quantità inaccettabile di energia: è questa la vera patrimoniale».

Dal M5s invece si leva la sola voce di Tiziana Beghin, capo delegazione al Parlamento europeo, la quale invece di entrare nel merito del provvedimento ha preferito attaccare strumentalmente il ministro Gilberto Pichetto Fratin reo di aver dato lo scorso 25 ottobre il via libera al Consiglio energia e attribuendo allo stesso ministro molto più potere di quanto lui stesse potesse immaginare. Nel frattempo, l'unica cosa certa è che il timore che la mannaia green colpisca i cittadini attanaglia soltanto il centrodestra.

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