Si va verso l'approvazione, attesa nel weekend, del pacchetto di aiuti militari all'Ucraina, bloccato da mesi dai Repubblicani alla Camera. Ieri c'è stato il primo via libera dal congresso al pacchetto di aiuti da 95 miliardi di dollari per l'Ucraina (oltre che per Israele e Taiwan) e per il sostegno umanitario, con 316 voti favorevoli e 94 contrari, tra i quali 55 repubblicani che fanno capo all'ala di estrema destra, il Freedom Caucus, che si oppone agli aiuti a Kiev. Il pacchetto potrà essere votato in via definitiva dall'Aula entro la fine della settimana. Già oggi saranno messi ai voti quattro pacchetti separati: uno per i fondi per Israele, circa 13 miliardi, un altro per i fondi per l'Ucraina, circa 61 miliardi, un terzo per la Sicurezza nell'Indo Pacifico e un quarto per mettere al bando Tik Tok negli Usa se continua ad essere di proprietà cinese. Se verranno approvate, le misure saranno riunite in un solo pacchetto e inviate al Senato, che dovrà approvarlo di nuovo. Il voto di ieri rappresenta una vittoria per lo speaker repubblicano Mike Johnson, visto che l'approvazione è arrivata con il sostegno dei deputati democratici.
Il Pentagono si sta già preparando all'invio urgente di artiglieria e sistemi di difesa aerea quanto mai necessari a Kiev. Lo scrive Politico, citando due fonti americane che spiegano come la Difesa americana stia lavorando per velocizzare la burocrazia per il primo invio non appena il pacchetto sarà definitivamente approvato al Congresso e firmato da Joe Biden. Le fonti spiegano che molte armi si trovano in depositi in Europa e potrebbero essere quindi immediatamente avviate verso l'Ucraina, alcune nel giro di qualche giorno, mentre per altre ci vorranno settimane. «Certamente comprendiamo l'urgenza e siamo pronti a muoverci velocemente», ha detto il portavoce del Pentagono, il generale Patrick Ryder, senza entrare nel dettaglio del pacchetto, ma spiegando che gli Stati Uniti hanno «una rete logistica molto robusta che ci permette di spostare materiale molto velocemente», possibilmente nel giro di giorni.
Durante la riunione Nato-Ucraina di ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato netto: «Putin deve essere abbattuto e i nostri cieli devono tornare a essere sicuri. E questo dipende unicamente dalla vostra scelta. La scelta se la vita ha lo stesso valore ovunque, se voi avete lo stesso atteggiamento con tutti i partner. La scelta se siamo veramente alleati». Un discorso forte, in un momento molto delicato al fronte, con l'avanzata russa che prosegue. «Abbiamo bisogno di altri sette Patriot o sistemi di difesa aerea simili, come minimo - ha insistito Zelensky - Possono salvare vite e cambiare veramente la situazione», ha aggiunto il capo dello Stato ucraino, sottolineando che gli alleati Nato hanno questi sistemi. Zelensky ha inoltre ricordato che «stiamo parlando da un po' di circa un milione di munizioni di artiglieria. Devono essere finalmente consegnate al fronte».
«Accolgo con favore l'annuncio della Germania per la fornitura di un ulteriore sistema Patriot all'Ucraina. Oltre ai Patriot ci sono altre armi che gli alleati possono fornire, compresi gli Samp-T», ha detto il segretario generale Nato Jens Stoltenberg.
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