Pd, il partito nel pallone per l'arrivo di Giarrusso. Di Maio si sfila: non entro

Tra i dem caccia al colpevole per l'invito all'ex 5s. L'attore Gassman: non vi voto più

Pd, il partito nel pallone per l'arrivo di Giarrusso. Di Maio si sfila: non entro

Per una ex Iena che bussa, un ex ministro che dice «no grazie».

Dopo due giorni, il Pd ancora non riesce ad uscire dal farsesco pasticcio in cui lo ha ficcato la furbata del grillino Giarrusso (e la scemenza di chi, nel Pd, gli ha aperto le porte). Per fortuna l'ex titolare della Farnesina Luigi Di Maio, che ha imparato da tempo l'arte della diplomazia, blocca sul nascere un nuovo tormentone al Nazareno: no, grazie, non ha alcuna intenzione di entrare nel Pd. «In merito a quanto riportato dal quotidiano Il Giornale su una mia iscrizione al Partito Democratico, smentisco categoricamente. Non è un attacco al quotidiano per averla riportata. Ma invito tutti gli addetti ai lavori a verificare con me direttamente le notizie sul mio conto. Ci sono ancora troppe persone in giro che millantano rapporti con me». Insomma, l'ipotesi di una sua adesione è frutto di qualche millanteria.

Del resto per un partito che - qualunque sarà il segretario - continua in maggioranza a pensare che sia necessaria e auspicabile un'alleanza stabile col populismo filo-putiniano dei Cinque Stelle guidati da Conte, non sarebbe una mossa astuta quella di imbarcare il nemico mortale di Giuseppi, l'ex ministro degli Esteri che diede il via alla scissione di M5s contro di lui. Né a Di Maio al momento interessa fare il peone in un partito di opposizione e alquanto malmesso. Anche il suo fedelissimo Vincenzo Spadafora smentisce seccamente avvicinamenti ai dem.

Che nel frattempo sono ancora alle prese con l'incauto acquisto fatto dallo staff del favorito alla segreteria Bonaccini (coraggio, manca ormai meno di un mese alla fine del congresso, iniziato praticamente a settembre).

Nelle sue file si è scatenata la caccia al colpevole: chi ha invitato alla kermesse del candidato a Milano Dino Giarrusso, già fervente grillino, anti-vax, insultatore seriale del Pd, alleato del descamisado Cateno De Luca in Sicilia e ora in cerca di collocazione (e soprattutto di prospettive di lavoro, visto che tra un anno gli finisce lo stipendio da europarlamentare)? Nessuno, a quanto pare. O, almeno, nessuno si assume la responsabilità dell'incidente che ha scatenato una valanga di critiche e polemiche, con tanto di ripudi: «Non vi voto più», dice Alessandro Gassman. Con il Pd che per l'ennesima volta finisce in prima pagina per le ragioni meno opportune. Bonaccini e il suo braccio destro Dario Nardella dicono che «chi vuole entrare nel Pd dopo aver detto tante cattiverie deve fare ammenda». É netta Paola De Micheli, rivale di Bonaccini per la segreteria: «La reazione rabbiosa dei militanti è ovvia». L'altro candidato alla segreteria, Gianni Cuperlo, usa l'ironia: «Giarrusso? Se proprio vuol entrare propongo che faccia almeno tre anni di riabilitazione nelle feste dell'Unita, come cameriere»

Elly Schlein invece dribbla le domande e spiega che lei «non commenta gli eventi di altri candidati». Del resto la candidata segretaria che vuol «cambiare radicalmente il Pd» con il supporto di innovatori del calibro di Bettini, Zingaretti, Bersani, Franceschini, Provenzano, Stumpo etc.

(manca ancora la salma di Lenin) non potrebbe neppure permettersi di far la morale al rivale per il reclutamento dell'ex iena. Visto che lei, per restare al regno animale, ha imbarcato persino il superstite sardino Mattia Santori (quello che di mestiere gioca a fresbee) e la sua amica ittica Jasmine.

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