Pensioni, il 53% è sotto i 750 euro

Le nuove elaborazioni dell’Osservatorio Inps

Pensioni, il 53% è sotto i 750 euro
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Sono circa 18 milioni le pensioni erogate al primo gennaio 2025 (escluse quelle dei dipendenti pubblici), di cui il 76,1% di natura previdenziale e il 23,9% assistenziale, per un importo complessivo annuo di 253,9 miliardi di euro. Di questi solo 27,3 miliardi da gestioni assistenziali. Nel corso del 2024, sono state liquidate 1,4 milioni di nuove pensioni, di cui il 50,7% di natura previdenziale. Gli importi annualizzati per questi nuovi assegni ammontano a 15,1 miliardi di euro, circa il 6% dell'importo complessivo annuo in pagamento al primo gennaio. È quanto emerge dai dati dell'Osservatorio statistico Inps (in foto il direttore generale Valeria Vittimberga) secondo cui tra le pensioni previdenziali liquidate, il 61,4% è costituito da pensioni di vecchiaia, il 9,4% da pensioni di invalidità previdenziale e il 29,2% da pensioni ai superstiti.

Un dato rilevante riguarda la distribuzione degli importi: il 53,5% delle pensioni ha un valore mensile inferiore a 750 euro, percentuale che sale al 64,1% tra le donne. Tuttavia, l'Inps sottolinea che questa percentuale rappresenta «solo una misura indicativa della povertà», poiché molti pensionati percepiscono più prestazioni o dispongono di altri redditi. Infatti, delle oltre 9,6 milioni di pensioni sotto i 750 euro, solo il 43,1% (circa 4,1 milioni) beneficia di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, come l'integrazione al minimo, le maggiorazioni sociali, le pensioni e gli assegni sociali e le pensioni di invalidità civile.

Queste misure di sostegno, spesso concesse previa presentazione dell'Isee, consentono di integrare le pensioni più basse.

L'integrazione al trattamento minimo, ad esempio, garantisce che la pensione raggiunga una soglia minima stabilita annualmente, mentre le maggiorazioni sociali e l'assegno sociale forniscono un ulteriore supporto economico ai pensionati con redditi particolarmente bassi. Proprio questi strumenti contribuiscono a smentire la percezione di una diffusa condizione di disagio.

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