Finalmente qualche buona notizia arriva anche nella telenovela vaccini. In base agli ultimi studi, Pfizer sembra essere molto efficace sui ragazzini tra i 12 e i 16 anni. La maggior parte dei vaccini sono per gli adulti, che sono a più alto rischio. Ma vaccinare i bambini di tutte le età sarebbe cruciale per fermare la pandemia e aiutare le scuole, almeno quelle dei gradi più alti, a tornare piano piano alla normalità. Lo studio di cui riferisce Pfizer è stato condotto su 2.260 adolescenti Usa di età compresa fra i 12 e i 16 anni: secondo i dati preliminari, non sono stati registrati casi di Covid-19 fra gli adolescenti completamente vaccinati. I ragazzi hanno solo riportato effetti collaterali simili a quelli di adulti giovani: i principali sono dolore, febbre, raffreddamento e affaticamento, in particolare dopo la seconda dose. Pfizer e il partner tedesco BioNTech hanno in programma di chiedere nelle prossime settimane agli enti regolatori di Usa ed Europa di consentire l'uso di emergenza del loro vaccino a partire dai 12 anni, poichè è già autorizzato a partire dai 16 anni. «La speranza - dichiara il ceo di Pfizer Albert Bourla - è cominciare a vaccinare questo gruppo d'età prima dell'inizio del prossimo anno scolastico» negli Stati Uniti.
E in Italia? I giovani tra i 12 e i 16 anni sono circa 2,7 milioni, quindi per mettere in piedi un piano di vaccinazioni sensato, servirebbero, solo per loro, 6 milioni di dosi. E 15mila vaccinazioni al giorno. Difficile quindi immaginare la loro vaccinazione entro l'anno scolastico che inizierà a settembre. Pfizer non è l'unica società che prova ad abbassare il limite d'età per il suo vaccino: sono attesi presto anche risultati di uno studio Usa del vaccino di Moderna condotto su ragazzi di età compresa fra 12 e 17 anni. Inoltre la scorsa settimana Pfizer e Biontech hanno avviato la somministrazione ai bambini per valutare la sicurezza, la tollerabilità e la immugenicità del vaccino con la somministrazione in due dosi (a circa 21 giorni di distanza) in tre gruppi di età: bambini di età compresa tra 5 e 11 anni, da 2 a 5 anni e 6 mesi a 2 anni. «L'efficacia del vaccino rappresenta sicuramente un fattore positivo, ma la priorità devono essere i soggetti più fragili» chiede Rino Agostiniani, vicepresidente della Società Italiana di Pediatria.
A rafforzare le speranze sulla campagna vaccinale anche l'ultimo rarere espresso da Ema su Astrazeneca: «Non ci sono prove che giustifichino restrizioni
nell'uso del vaccino nelle diverse classi di età». La direttrice di Ema, Emer Cooke, ha indic ato che i casi di trombosi del seno venoso cerebrale rilevati sono «44 su 9,2 milioni di dosi del vaccino Astrazeneca in Europa».
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