Forse a Roma si sono dimenticati (o, peggio, non lo sanno) che Casale Monferrato è la capitale del freddo. Il primo frigo di refrigerazione industriale in Europa è nato qui. Era il 1948. Un macellaio aveva l'esigenza di conservare la carne. Così, dopo aver comprato alcuni compressori per il raffreddamento dei cingoli, che l'esercito americano che non avrebbe riportato in patria, li ha assemblati ad una cella di paglia e lamiera dando vita alla prima cella frigorifera per la conservazione delle carni. In un anno quella singola cella frigorifera è diventata una grande azienda, una spa che ha conquistato il mercato globale. Oggi è imitatissima in tutta Europa. "La refrigerazione commerciale è patrimonio della nostra comunità - racconta il sindaco di Casale, Federico Riboldi - abbiamo tecnici di altissimo profilo, grandi capacità, tra le migliori aziende al mondo nelle tecnologie green per la refrigerazione e una delle migliori al mondo per le basse temperature". E allora perché il ministro della Salute Roberto Speranza e il commissario straordinario all'emergenza coronavirus Domenico Arcuri hanno deliberatamente deciso di fare di testa loro sui vaccini? Impossibile saperlo. Quello che, però, sappiamo è che il risultato dell'operazione messa in piedi dal governo rischia di non essere all'altezza delle esigenze.
Il piano ignorato da Arcuri
Quando l'anno scorso si è iniziato a parlare di vaccino anti Covid-19, a Casale Monferrato si sono subito messi a disposizione del governo e del Paese per il trasporto delle dosi. È stata così creata una sorta di task force a cui facevano riferimento tutte le aziende del settore. Per farsi un'idea dell'eccellenza di cui stiamo parlando basta fare un giro sul sito capitaledelfreddo.it. Trenta aziende hanno messo insieme i loro tecnici migliori che, nel giro di poche settimane, hanno elaborato una proposta ben articolata, in cui veniva dettagliata la gestione della conservazione e della distribuzione dei vaccini non solo sul proprio territorio ma in tutta Italia, e l'hanno inviata a Roma. "Sono rimasto colpito da un servizio televisivo dove abbiamo visto che i vaccini vengono stoccati in scatole con ghiaccio secco con scritto sopra, a pennarello, il nome di destinazione", ha commentato il sindaco Riboldi durante la presentazione del Libro nero del coronavirus (Historica Edizioni) che lo scorso sabato si è tenuto nello studio legale Vivani & Marson di Savona.
I rischi nei trasporti
"Avevamo inteso che il problema logistico fosse più delicato e per questo avevamo messo a disposizione le competenze dei nostri tecnici del freddo, che non hanno eguali in Europa", ha detto Riboldi spiegando che "occorre assoluta attenzione al mantenimento delle temperature, un vaccino che subisce sbalzi termini non è più efficace ma non lo da a vedere come un alimento deperito". Oltre alle tempistiche allucinanti a preoccupare è, infatti, il livello di conservazione. Se un vaccino come quello prodotto da Pfizer va a una temperatura inferiore a -30° C anche solo per una trentina di minuti, non è più efficace. Non lo si vede subito, ma si notano le conseguenze sulle persone. Anche nei posti di stoccaggio il controllo della temperatura è una "garanzia per la qualità dei medicinali". Al fine di evitare la compromissione delle dosi le aziende di Casale Monferrato avevano proposto ad Arcuri di usare celle eutettiche a -20° C e all'interno un frigorifero installato a -80° C garantendo capillarità di distribuzione in tutta Italia e nel giro di una sola settimana.
Un sistema perfetto
Il fulcro del lavoro fatto a Casale e su cui Arcuri avrebbe dovuto interrogarsi è questo: perché è più sicuro avere un secondo frigo all'interno della cella eutettica anziché servirsi di cartoni stoccaggio con ghiaccio secco? "Il cartone con il ghiaccio secco ha una durata limitata - ha fatto notare Riboldi - la cella refrigerata con frigo supplementare interno ha una durata potenzialmente infinita". La cella eutettica a -20° C garantisce, invece, al frigo a -80° C di non andare mai in sovra utilizzo e, non essendo alimentata da energia diretta ma da una batteria di ricarica, garantisce, nel caso di un guasto momentaneo del frigo, il mantenimento di una temperatura sufficiente a non danneggiare il vaccino e arrivare indenne al primo punto di assistenza programmata.
"Era un sistema perfetto, era studiato dai migliori tecnici al mondo del freddo - ha, infine, concluso Riboldi - c'è ancora il tempo affinché il governo affidi al progetto la seconda fase di vaccini. Anche Israele si è affidato all’esperienza delle aziende di Casale Monferrato, contiamo che anche l’Italia ne faccia tesoro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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