Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, è tornato a parlare del caso delle navi Ong presenti a largo della costa orientale della Sicilia. Lo ha fatto da Milano, in cui ha partecipato al comitato per l'ordine e la sicurezza svolto nella Prefettura del capoluogo meneghino, annunciando una certa “apertura” da parte di altri governi alla linea fatta propria dall'Italia.
Il cauto ottimismo del titolare del Viminale
L'immigrazione oramai è tornata a essere uno degli elementi più discussi in seno alla politica italiana. Questo da quando il governo è intervenuto sulla vicenda relativa alle navi Ong posizionate a largo della Sicilia, con a bordo migranti salpati dalla Libia.
Il Viminale, in particolare, non ha assegnato un porto sicuro alle quattro navi umanitarie adesso ferme a largo di Catania. Si tratta, in particolare, della Ocean Viking, della Geo Barents, della Humanity 1 e della Rise Above. Una posizione spiegata nei giorni scorsi con la necessità, da parte del ministero dell'Interno e dell'esecutivo, di richiamare all'ordine gli Stati di bandiera.
Almeno due delle navi battono bandiera norvegese, l'Humanity 1 invece batte bandiera tedesca. A questi Stati il governo di Roma ha chiesto di farsi carico dei migranti a bordo. “Questo principio – ha dichiarato nelle scorse ore Matteo Piantedosi – che è di difficile attuazione nel rapporto con gli altri Paesi, questo governo ha il merito di averlo posto e di aver registrato un'apertura alla discussione su questi principi”.
Secondo il ministro dell'Interno, alcuni governi hanno iniziato a mostrare apertura alle richieste fatte dall'Italia. “Non voglio dire – ha però voluto specificare Piantedosi – che sarà accettato domattina dai nostri partner europei, però la giornata di ieri ci ha dimostrato, con quelle che sono state le interlocuzioni del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri, che si è registrata una discussione che noi volevamo riattivare”.
Cosa succede adesso
Dunque il Viminale, assieme al resto del governo, mantiene la linea già mostrata nei giorni scorsi. E quindi niente via libera in attesa di vedere quale sarà l'evoluzione dell'attuale quadro politico. Piantedosi non ha specificato quali Paesi hanno aperto alla linea italiana. Il cauto ottimismo mostrato però porterebbe a suggerire anche all'apertura di una possibile trattativa.
Per il momento però le navi resteranno a largo. Da alcune ore la Humanity 1 si è avvicinata alle coste siciliane ma, come ha specificato lo stesso ministero dell'Interno, c'è l'obbligo di rimanere in rada.
L'avvicinamento all'isola è stato dovuto unicamente da ragioni di sicurezza, visto le attuali condizioni meteorologiche.Stesso discorso vale per la Geo Barents, la nave dell'Ong Medici Senza Frontiere. Le altre due navi, Ocean Viking e Rise Above, sono invece segnalate fuori dalle acque italiane, ma sempre di fronte la Sicilia.
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