Partenza all'alba, da Toscana, Sardegna, Trentino, Lombardia, per essere puntuali alle 14 in punto a Roma. Il sole picchia forte, non ferma però i militanti di Fratelli d'Italia che lentamente, dalle 13 in poi, bandiera in mano e bottiglietta d'acqua fresca, riempiono Piazza del Popolo a Roma. Le stime di partito parlano di 30mila presenze. Alle 14 c'è il capo del partito e del governo italiano Giorgia Meloni che chiude la campagna elettorale per le Europee. La scaletta è rigida e i tempi strettissimi. Tutto sotto la regia di Giovanni Donzelli, l'uomo macchina del partito meloniano. Stavolta, niente buffet per la stampa. Solo acqua. In piazza l'attesa sale. Tutti cercano Arianna. Viene con Giorgia? Dove sta Arianna? Eccola. La sorella maggiore sbuca sul palco alle 13 per un saluto, con tanto di baci lanciati alla piazza. La folla apprezza e ricambia intonando: «Arianna, Arianna». Poi parte il coro: «Chi non salta comunista è». Donzelli si esalta e si accoda. Mauro Rotelli, deputato al secondo mandato, è lo speaker storico. L'amuleto meloniano. La sua voce è una carica di adrenalina. Seconda regola (voluta direttamente da Giorgia Meloni): ministri e autorità devono restare in piazza tra la folla. È un messaggio politico: auto blu e palazzi non hanno allontanato la classe dirigente Fdi dalla gente. Tra i primi ministri ad arrivare c'è Francesco Lollobrigida, che si intrattiene tra i militanti e sonda la base sul trend elettorale. Il ministro non pone limiti: «Vogliamo un voto in più delle Politiche». Tommaso Foti, capo dei deputati, è preso d'assalto dai sostenitori per un selfie. Allora si fa la maggioranza in Europa con Le Pen? «Di maggioranza parleremo quando gli elettori europei si saranno espressi, è un elementare dovere di rispetto per chi parteciperà al voto. Ci auguriamo che dalle urne esca una precisa indicazione che porti l' Europa a destra, per un cambiamento radicale del Continente» - risponde al Giornale. In anticipo, il presidente del Senato Ignazio La Russa che attende sotto il palco l'arrivo del premier. Accanto ci sono i ministri Nordio e Abodi. Il Guardasigilli soffre il caldo e chiede aiuto ai ragazzi di Gioventù Nazionale: «Mi aspetto un grande successo». Sul palco candidati sindaci, i capigruppo di Camera e Senato, Tommaso Foti e Lucio Malan, e i capi delegazione a Bruxelles. Nicola Procaccini svela il vero obiettivo: «Lottiamo per essere il primo partito Europa». E poi sgancia una frecciatina contro De Luca: «Non ti conviene fare il bullo con Giorgia». Carlo Fidanza non si contiene: «Siamo pronti per la rivoluzione conservatrice. Il nostro obiettivo è mandare le maggioranze rosse-gialle arcobaleno all'opposizione». Foto di rito finale di Giorgia coi candidati sulle note dell'Inno di Mameli.
Tutti a casa. Con una spiacevole sorpresa finale. Il gruppo di Bologna ha denunciato di aver subito un'aggressione all'autogrill di Montepulciano da parte di un militante riconosciuto come esponente di un collettivo di sinistra. «Un nostro ragazzo, 23 anni, entrato in bagno è stato aggredito da un giovane che l'ha colpito in faccia e in testa, prima che i suoi stessi compagni lo tirassero via» racconta la capogruppo regionale Marta Evangelisti.
«Ho incrociato lo sguardo e questo individuo e mi ha apostrofato, tirandomi dal nulla un pugno in faccia, sono indietreggiato e ho sbattuto contro la porta, sono caduto mi ha dato due pugni in testa» racconta Federico, ancora scosso. «Una giornata bella, di festa, rovinata così. Non dovrebbe succedere. Torniamo meno sereni» commenta Evangelista, preannunciando per oggi una denuncia formale sull'accaduto.
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