Pioggia di bombe sulla Siria Distrutti campi e depositi

«Dobbiamo rimanere vigili, determinati e uniti», ha detto ieri il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, che da diverse ore ripete come i 28 Paesi dell'Alleanza atlantica siano pronti a lavorare assieme con ancor maggior coordinamento del solito nella lotta al terrorismo. Quando il presidente François Hollande ha definito gli attentati di venerdì a Parigi un «atto di guerra» dello Stato islamico contro la Francia, c'è chi ha persino ipotizzato che l'Eliseo potesse invocare l'articolo 5 del Patto atlantico, come accaduto dopo l'11 settembre 2001. Durante la notte tra domenica e lunedì, come avevano anticipato i vertici a Parigi, la Francia ha bombardato postazioni dello Stato islamico in Siria. Il ministero della Difesa ha fatto sapere che 12 aerei Rafale hanno colpito, nella regione sotto il controllo del gruppo estremista, depositi di armi, campi di addestramento, un centro di reclutamento. I raid sarebbero andati avanti anche nella giornata di lunedì. In queste ore, l'Eliseo non ha nascosto la sua volontà di collaborare più strettamente sia con la Russia sia con gli Stati Uniti - che sebbene su fronti opposti nel conflitto in Siria sono d'accordo sulla necessità di sconfiggere lo Stato islamico - per distruggere la minaccia jihadista. Che non è limitata soltanto ai territori siriano e iracheno. È infatti proprio di ieri un preoccupante rapporto dell'Alto Commissariato dell'Onu per i diritti umani, secondo il quale lo Stato islamico starebbe consolidando il proprio potere sulla Libia, attraverso il terrore. Il documento parla di esecuzioni sommarie, decapitazioni, amputazioni, arresti arbitrari da parte dei miliziani jihadisti che hanno in Sirte, centro costiero della Libia e cittadina di Muammar Gheddafi, la loro roccaforte.Anche a Derna, nell'Est del Paese, da dove gli estremisti legati allo Stato islamico sono stati cacciati da milizie locali, le Nazioni Unite hanno registrato lo stesso tipo di abusi. Gruppi che hanno giurato fedeltà all'Isis hanno portato a termine in questi mesi attacchi contro checkpoint, installazioni petrolifere, raffinerie, provando come il Paese stia sempre più andando verso il caos.

Proprio ieri, secondo il sito Libya Herald, milizie vicine allo Stato islamico avrebbero assalito il centro petrolifero di Brega, a Ovest di Bengasi, nell'Est del Paese, «per vendicare» la perdita di Derna. Il rapporto delle Nazioni Unite ricorda come tutte le milizie armate presenti e attive sul territorio libico potrebbero aver commesso in questi anni crimini di guerra.

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