Pitti Uomo nel segno della sostenibilità: tra innovazione e grandi classici

Martedì il salone apre la sua 97esima edizione: sono presenti più di 1.200 marchi

di Daniela Fedi

È noto che l'Epifania tutte le feste si porta via, in compenso da qualche tempo a questa parte butta sulle spalle degli addetti ai lavori dell'eleganza Pitti Immagine Uomo, la più importante e faticosa manifestazione di moda maschile del mondo. L'edizione numero 97 di questo smisurato salone che si svolge due volte l'anno a Firenze, apre infatti i battenti martedì mattina con la cosiddetta «messa cantata», ovvero l'interminabile cerimonia inaugurale nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio in cui prendono a turno la parola tutte le autorità possibili e immaginabili: dal sindaco Nardella al sottosegretario agli affari esteri Ivan Scalfarotto, dal presidente di Pitti Immagine Claudio Marenzi a quello di Confindustria Vincenzo Boccia passando per Antonella Mansi, presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana. Stavolta parlerà anche il Principe Carlo d'Inghilterra attraverso un video girato come rappresentante della Compaign for Wool, un progetto globale per sostenere l'utilizzo della pura lana ottenuta da coltivazione biologiche tipo quelle che lui stesso mette in opera nella tenuta di Highgrove nella Contea del Gloucestershire. Del resto ecologia e sostenibilità sono sempre più importanti nel mondo della moda, una bandiera che tutti sventolano allegramente e che pochi onorano con la dovuta serietà. Tra questi ci sono marchi come Armata di Mare che ha promosso importanti campagne per ripulire mari e ghiacciai dalla plastica. Invece Blauer presenta 10 piumini interamente green, cioè con tutte le componenti riciclate: il nylon esterno, l'imbottitura e perfino l'interno in cashmere. Oltre ai propri impeccabili prodotti lo storico marchio di abbigliamento della polizia americana che da 20 anni fa parte del Gruppo FGF di Enzo Fusco, presenterà una splendida mostra sulle foto di James Mollison con uno speciale allestimento di Felice Limosani alla Dogana. Non è certo l'unico evento collaterale a un salone che già prevede 1203 marchi espositori delle collezioni del prossimo inverno nella medicea Fortezza da Basso. Tra questi c'è perfino Lelo, brand svedese di sex toys che ha fortemente voluto un corner nell'area Unconventional. Un portavoce dell'azienda che per inciso produce anche gli straordinari apparecchi di bellezza del marchio Foreo, dice che la presenza al Pitti è altamente strategica sia per i prodotti dedicati al pubblico maschile, sia a quelli per le signore o aspiranti tali. Del resto succede anche che uno dei 10 marchi cinesi di moda scelti per il progetto China Energy si chiami Fabric Porn per uno dei quei colossali malintesi linguistici in cui i social ti fanno cadere. Pare infatti che la scelta del nome sia stata fatta in internet dove il sito YouPorn ha milioni di utenti tutti i giorni. Tornando seri come si conviene al mondo della moda che da anni paga il saldo della bolletta petrolifera italiana, tocca citare i tre eventi collaterali del Pitti numero 97. Stavolta con le sfilate di Jil Sander, Brioni e Stefano Pilati si punta al rilancio di due marchi storici della moda e al lancio dell'interessante progetto cui da tempo lavora il bravissimo designer milanese ormai di stanza a Berlino. Non manca poi la prima sfilata di Kway, un nome e una garanzia nel cosiddetto sportswear. Quindi c'è il progetto speciale di Telfar, l'etichetta fondata da Telfar Clemens a New York nel 2005 con l'idea dell'abbigliamento unisex che ora lancia un concetto di moda fluida definito dallo stilista «simplex», ovvero simple+complex.

Infine sarà presentata Firenze anche la collezione uomo di Ermanno Scervino che da tempo è in calendario a Milano. Il tema del salone è infatti «Show Your Flags at Pitti» e pochi brand possono sventolare la bandiera del made in Toscany, anzi in Florence quanto Scervino.

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