Da Pm a giudice in Cassazione, dossier a Guardasigilli e Csm: "La Cartabia l'aveva vietato"

Cattaneo (Fi) contro il magistrato finito nella sezione che dovrà giudicare la sua inchiesta

Da Pm a giudice in Cassazione, dossier a Guardasigilli e Csm: "La Cartabia l'aveva vietato"
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Ci sono profili d'incostituzionalità in una sentenza di Cassazione emessa da una sezione a cui appartiene il pm che ha fatto le indagini? La domanda rimbomba da giorni in Parlamento e nei corridoi del ministero della Giustizia, dopo che il Riformista, Libero e Il Giornale hanno rilanciato la vicenda kafkiana di Gabriele Elia, l'ex assessore di Cellino San Marco sotto processo da dieci anni per una presunta tangente di mille euro: una corruzione senza corruttore costatagli una condanna a sei anni e sei mesi, ridotta a sei anni in appello. La vicenda non è solo devastante per la lunghezza processuale - 10 anni per mille euro - o per l'uso degli elicotteri e dei carabinieri coi mitra spianati per gli arresti, ma anche e soprattutto per la stortura in sé.

Il 10 luglio una sezione della Cassazione dovrà decidere se confermare la condanna e mandare in galera Elia (che già si è fatto un anno e passa tra carcere e domiciliari) ma il pm che lo ha accusato e lo ha fatto arrestare è nella stessa sezione. Non nel collegio, ma tant'è. L'idea che la sola presenza del pm possa influenzare il giudizio della corte è un oltraggio alla terzietà dei giudici della Suprema corte, ma è comunque un cortocircuito incredibile. Che rappresenta plasticamente ciò che vuole contrastare la riforma del ministro della Giustizia Carlo Nordio sulla separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti, tanto osteggiata dalla magistratura più ideologica.

Nei giorni scorsi Alessandro Cattaneo, vice coordinatore di Fi, ha presentato un interrogazione parlamentare al Guardasigilli che chiama in causa anche il Csm: la riforma firmata dal Guardasigilli Marta Cartabia, che dal 2022 limita il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa, prevede che un pm possa avere funzioni «giudicanti di legittimità» e «direttive giudicanti di legittimità - in pratica consigliere di Cassazione o presidente di sezione in Cassazione - ma «solo se non si tratta di funzioni giudicanti penali», come ricorda Cattaneo. Quindi, a rigore di legge, secondo la riforma Cartabia quel pm non potrebbe stare lì.

Dal ministero bocche cucite, anche perché il ministro Nordio è di ritorno da una importantissima missione istituzionale all'estero e non avrebbe avuto ancora modo di leggere il dossier già sulla sua scrivania. Anche il Csm si trova questa patata bollente tra le mani. Chi ha parlato con l'ex assessore lo ha trovato «terrorizzato all'idea di una condanna» che ritiene ingiusta.

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