La legge di Stabilità, presentata ieri da Matteo Renzi in pompa magna, già scricchiola. Non solo le misure per le imprese rischiano di rimanere al palo per pagare l'ospitalità agli immigrati. A meno che la Commissione Ue non accordi all’Italia l’utilizzo di maggiori patti di flessibilità per l’emergenza migranti, anche l'aumento della no tax area per i pensionati rischia di essere effettiva soltanto dal 2017. A ridimensionare l'annuncite del premier è stato proprio il ministro del Lavoro Giuliano Poletti che, illustrando la manovra, ha spiegato che, qualora dovesse arrivare il via libera di Bruxelles, il governo potrà valutare di anticipare la misura.
Per i pensionati il pacchetto "welfare" della manovra è magra cosa. Arriva l’equiparazione tra reddito da lavoro e da assegno pensionistico sulla soglia esentasse. La no tax area per i pensionati over 75 salirà dagli attuali 7.750 euro a 8.000 euro, raggiungendo così quella in vigore per i lavoratori dipendenti. Per i pensionati con meno di 75 anni di età si passerà invece dagli attuali 7.500 euro a 7.750. Un aumento che, appunto, partirà dal 2017. Difficile prima. "Qualora dovesse arrivare il via libera dell’Ue alla clausola per i migranti - ha ipotizzato Poletti - si potrà valutare di anticipare la misura.".
Nel pacchetto spunta, poi, un incentivo alla concessione del part time per i lavoratori che hanno già raggiunto i 63 anni e 7 mesi. Con accordi diretti tra lavoratore e azienda, infatti, si potrà passare per gli ultimi 4 anni di lavoro al part time. Il meccanismo dovrebbe prevedere che l’impresa paghi le ore effettivamente lavorate e i relativi contributi, con la parte restante che può essere girata invece in busta paga. Lo Stato mette a disposizione circa 100 milioni l’anno con cui "coprire" figurativamente i minori contributi versati all’Inps dall’azienda. In questo modo arrivato alla pensione, il lavoratore che ha concluso in part time la sua carriera riceverebbe comunque l’assegno come se avesse lavorato fino alla fine a tempo pieno.
La legge di Stabilità porta anche novità positive. Su tutte, la settima salvaguardia per gli esodati, ottenuta grazie al recupero dei "risparmi" delle altre salvaguardie. Si tratta di 2 miliardi di euro per 31.600 persone messe nei guai dall'ex ministro Elsa Fornero. "Utilizzando le risorse risparmiate dalle precedenti salvaguardie e aggiungendone altre - ha assicurato Poletti - abbiamo prodotto una nuova ipotesi per 26.600 persone più 5000 persone comprese nelle salvaguardie precedenti che però non avevano coperture". Si arriva così a 170mila persone salvaguardate. "In questo modo - ha aggiunto Poletti - il nostro percorso è concluso". Il governo ha anche sbloccato l'opzione donna per il 2015. Per poterla estendere anche alle donne che matureranno i requisiti nel 2015, il governo ha inserito nella manovra una clausola di salvaguardia. "La clausola - ha spiegato Poletti - prevede che se non matureremo nel 2016 le coperture sufficienti, si può allungare la perequazione, così detta Letta, delle pensioni dal 2017 al 2018".
La stima della platea delle lavoratrici eventualmente interessate dalla misura è di oltre 36mila persone e il costo complessivo dell’estensione dell’opzione supera i 2miliardi di euro. I requisiti necessari ad usufruire di questa possibilità sono 35 anni di versamenti e 57 anni di età.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.