A Pompei sfila l'eterna bellezza di Rocco Barocco

Il designer ha festeggiato gli 80 anni e il cinquantenario della nascita del suo brand

A Pompei sfila l'eterna bellezza di Rocco Barocco
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«Sfilare qui è un sogno che si avvera» dice Rocco Barocco al Teatro Grande di Pompei. Accanto a lui c'è Marisa Laurito, l'amica e cliente di sempre che presenta lo show con commossa competenza. Poi il designer napoletano chiede un minuto di silenzio per le vittime di Scampia e i 1500 invitati scattano in piedi senza fiatare. La prima uscita è un omaggio all'eterna bellezza delle donne di Pompei con una lunga tunica bianca bordata d'oro come la stola magistralmente drappeggiata. È vestita così la statua più bella del foro pompeiano: Eumachia, prima donna imprenditrice della storia, proprietaria del mercato della lana appena restaurato nel parco archeologico. Le citazioni finiscono qui perché questa è una sfilata antologica con cui Barocco festeggia gli 80 anni di vita compiuti a marzo e il cinquantenario della nascita del suo brand. «In realtà lavoro da quando ero ragazzo racconta prima come commesso e fattorino in una boutique di Ischia e poi come apprendista nell'atelier romano di Patrick de Barentzen e Monsieur Giles». Il suo primo incontro con una donna che non sa come vestirsi avviene quando deve consegnare un pacco ad Anna Magnani e la diva in sottoveste nella sua camera d'albergo a Ischia gli chiede: «A regazzì, ma come me devo vestì stasera?». Lui le risponde «Così, con la sua faccia non le servono vestiti complicati». Il consiglio piace moltissimo a Nannarella che in seguito diventerà una delle tante fan del designer. Dopo il diploma nautico cambia cognome da Muscariello a Barocco e comincia la sua avventura nella moda. Tra le numerose dive e divine di cui firma il look ci sono Liza Minelli, Anita Eckberg, Ute Lemper, Sandra Milo. Per lui la più elegante è Elsa Martinelli cui probabilmente ha pensato nel disegnare gli stupendi completi da mare con calzoncini corti sotto alla raffinata camicia annodata sotto il seno e dietro lunga come una svolazzante gonna a ruota. Ce ne sono almeno 4 versioni con raffinati colori tipo glicine, viola e zafferano. Sono tra le poche proposte da giorno di questa fantastica collezione: 80 modelli (uno per ogni anno) di cui 15 d'archivio e alcuni sapienti remake come l'abito da sera a grandi righe bianche e nere con scollo all'americana sopra una gonna a triangoli ripiegati fino a formare un gigantesco trapezio d'autore. Non è il solo virtuosismo sartoriale visto nel grande teatro pompeiano in cui risuona la struggente colonna sonora del film «Il Gladiatore» mixata con brani dall'opera Pompeii di Clinton Shorter. Ci sono leggerissimi abiti in tulle evasione strutturato come un corsetto con un motivo geometrico decò ricamato in cristalli e paillette.

Non mancano le gonne a corolla con grandi stampe a fiori e le piccole giacchine avvitate che solo in sartoria assumono la giusta proporzione. I colori sono bellissimi, gli accessori ricchi e preziosi, tutto ha il sapore dell'unicità com'è giusto che sia in un luogo così speciale.

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