Il popolo di Cl lo rivuole al comando. "A Palazzo Chigi o anche al Quirinale"

Il presidente del Consiglio piace ai militanti. "Un uomo tra i più autorevoli d'Europa". "Dopo il voto Mattarella si faccia da parte"

Il popolo di Cl lo rivuole al comando. "A Palazzo Chigi o anche al Quirinale"

«Grazie presidente». È lo slogan che si è ripetuto come un mantra nella giornata di ieri, alla penultima giornata della 43esima edizione del Meeting di Rimini. L'ospite d'eccellenza: il presidente del Consiglio Mario Draghi accolto come una vera e propria star. Applausi fin dall'ingresso, ovazione e tutti in piedi nell'auditorium - gremito - foto e selfie alla sua uscita. Insomma, un successo. Il popolo di Comunione e Liberazione lo ringrazia con forza. E anzi ne chiede un reincarico.

«Penso che l'Italia perderà una grande occasione - sottolinea Gabriele, di Firenze - perché ha fatto e potrebbe fare ancora di più. Mi auguro che faccia di nuovo o il premier o il presidente della Repubblica. Anzi, spero che Sergio Mattarella si faccia da parte e lasci dopo le elezioni, in modo da portare Draghi al Colle. Non mi fido dei politici, voterò il meglio del peggio».

Draghi arriva, sorridente, alle 11.30 in punto. Completo blu scuro, cravatta azzurra, il premier scende dall'auto e viene accolto all'ingresso della Fiera dal presidente della Fondazione Meeting per l'Amicizia dei Popoli, Bernhard Scholz, dal sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad e dal prefetto Giuseppe Forlenza. Poi attraversa i padiglioni. Lunghi applausi, cori «Grazie, presidente» e «Bravo Mario», foto, video che fanno subito il giro sui social. La sua partecipazione al Meeting (la prima da premier) scala il trend topic di Twitter.

Poi lo show. Tre minuti di applausi prima che raggiunga la sua poltrona. «A nome di tutti voi un caloroso benvenuto al presidente del Consiglio Mario Draghi», lo saluta dal palco facendosi portavoce della platea intera il presidente della fondazione Scholz. «Grazie», ripete il rappresentante di Cl. Tutti in piedi. «Credo che questo applauso dica molto più di tante parole», aggiunge Scholz.

Draghi sale sul palco e si prende la scena. Cinquantacinque minuti di discorso punteggiato da decine di interruzioni e applausi scroscianti (qualcuno conta un totale di dieci minuti di applausi). Tra i più forti quello in cui il presidente del Consiglio, prima di fare un bilancio dei 18 mesi di mandato a Palazzo Chigi, invita a votare alle elezioni del 25 settembre. Battimani anche quando il premier chiede prezzi calmierati per i prezzi del gas, e quando ricorda come l'Italia sappia «essere paese autorevole».

«Draghi mi piace moltissimo - afferma una signora proveniente da Bologna uscendo soddisfatta dalla sala -, lo ritengo una delle persone più autorevoli che abbiamo in Europa e in Italia». «È stato pragmatico, rispettoso, un presidente che bisogna sempre augurarsi», le fa eco Giovanna, da Bari.

C'è tempo ancora per un bagno di folla, prima di lasciare la Fiera. Draghi si concede una passeggiata tra gli stand, per foto e riprese video. Un ragazzo di 17 anni, Alessandro, arrivato a Rimini con la famiglia da Legnano, si avvicina a lui e chiede un selfie, con un pizzico di timidezza e commozione. Il premier si ferma e acconsente alla richiesta. «Non la posterò sui social - confessa Alessandro è un ricordo che terrò per me solamente».

Poi la foto ufficiale, tra decine di volontari con la maglietta fucsia.

Draghi arriva al cuore del popolo di Cl. E c'è già chi si chiede che la sua visita al Meeting non possa spostare il termometro del voto del 25 elettorale. Almeno nel mondo cattolico.

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