Se il Pd usa i dati dell'esercito per farsi campagna elettorale

Il sottosegretario Domenico Rossi avrebbe usato dati sensibili dell'esercito per farsi campagna elettorale

Se il Pd usa i dati dell'esercito per farsi campagna elettorale

Una nuova ombra si palesa sulle primarie romane del Pd. Il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi, ex sotto capo di Stato maggiore dell’esercito ed ex presidente del Cocer (Consiglio centrale di rappresentanza), secondo quanto rivela Ilfattoquotidiano.it, avrebbe usato “gli indirizzi a disposizione da generale in congedo dell’esercito” per farsi campagna elettorale. Avrebbe, inoltre, sfruttato il suo incarico di governo per incutere “timore reverenziale nei confronti del personale militare”.

A sostenerlo sono i parlamentari del Movimento 5 Stelle che affermano di essere venuti in possesso di documenti che farebbero sospettare di un uso improprio dei contatti di ufficiali e sottoufficiali dell’esercito a disposizione del “generale in congedo” Rossi. Su questo temi i grillini hanno presentato un’interrogazione parlamentare in Senato per verificare se Rossi, eletto deputato con Scelta civica (gruppo che ha poi abbandonato) abbia commesso questa irregolarità. Il generale si era candidato alle primarie del centrosinistra con il Centro democratico ottenendo il 2,9% dei consensi. I Cinquestelle accusano Rossi di aver “inviato volantini politici via posta ordinaria, presso le abitazioni del personale militare domiciliato in comprensori militari” e “email con lo stesso contenuto agli indirizzi di posta elettronica istituzionale (esercito.difesa.it ) dei graduati, dei sottufficiali e degli ufficiali delle Forze Armate”.

Per i grillini non vi sarebbe stata una violazione delle norme imposte ai militari sulla propaganda elettorale ma un abuso perché i destinatari si sarebbero potuti sentire costretti a sostenere la sua candidatura. Il sottosegretario, inoltre potrebbe anche aver violato le “regole del Garante della privacy” che prevedono necessario “il consenso per particolari modalità di comunicazione elettronica come sms, e-mail, mms, per telefonate preregistrate e per invio di fax”.

Lo stesso discorso vale per i “dati raccolti automaticamente su internet o ricavati da forum o newsgroup, liste abbonati ad un provider oppure dati presenti sul web per altre finalità”. Da parte sua, Rossi, interpellato da ilfattoquotidiano.it si trincera dietro il silenzio: “Preferisco non commentare in attesa di esaminare l’interrogazione del Movimento 5 Stelle”.

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