Che le dosi di vaccino anti influenzale non saranno sufficienti per tutti lo abbiamo capito già da un pezzo. Ma ora spunta un nuovo guaio: in alcune regioni le scorte non basteranno nemmeno per chi, da quest'anno, rientra nelle fasce con priorità: i 60enni. Verranno distribuiti solo se avanzeranno.
A lanciare l'allarme è Roberto Rossi, presidente dell'ordine provinciale dei medici di Milano che, oltre a denunciare il ritardo con cui ci si è mossi nell'ordinare i vaccini, mette a fuoco un problema comune a parecchie regioni: «La Lombardia ha garantito l'acquisto di 2,4 milioni di vaccini, l'80% in più dello scorso anno, ma l'ordine di Milano teme siano in realtà dosi non sufficienti a coprire la platea di chi che ne avrebbe diritto gratuitamente. A maggior ragione potrebbero non bastare per tutti gli altri, ovvero i soggetti a cui il ministero della Salute ha consigliato la somministrazione».
QUANTE DOSI CI SONO
Ci si è decisi troppo tardi a ordinare le dosi che servivano. E così, nonostante un aumento della produzione del 43% rispetto al 2019, il vaccino antinfluenzale ci sarà per 17,6 milioni di persone a rischio su 20,8 milioni, ma non per la popolazione generale per la quale in farmacia sarà disponibile, a pagamento, solo l'1,5% del totale prenotato: 250mila dosi a fronte delle 850mila normalmente richieste e degli 1,2 milioni di dosi attese in quest'anno di Covid-19. Chi non rientra nelle categorie a rischio sta cercando in tutti i modi di prenotare il vaccino in farmacia. Tuttavia dietro ai banconi sono arrivate in media 12 dosi a punto vendita e i farmacisti non possono far altro che prendere nota dei nominativi di chi vorrebbe il vaccino. Senza sapere se riusciranno mai a venderglielo.
PERCHÈ GIOCARE D'ANTICIPO
Quest'anno la campagna pro vaccini anti influenza, che solitamente comincia alla metà di ottobre, è stata anticipata per ovvie ragioni. A deciderlo è l'Aifa, in accordo alla Circolare del Ministero della Salute del 5 giugno. È stato anche stabilito che il vaccino potrà essere somministrato in qualsiasi momento dell'inverno e non solo nelle classiche «due tranche» di ottobre e di fine gennaio come durante gli anni scorsi.
QUANTO DURA L'EFFICACIA
La protezione indotta dal vaccino comincia circa due settimane dopo la vaccinazione e dura per un periodo di sei/otto mesi per poi affievolirsi. Per tale motivo, poiché i ceppi virali in circolazione possono mutare, è necessario sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale all'inizio di ogni nuova stagione influenzale.
CHI SI DEVE VACCINARE
La priorità l'avranno i soggetti a rischio, che hanno diritto alla somministrazione gratuita. Sulla base della circolare ministeriale di giugno, la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata per: persone ad alto rischio di complicanze o ricoveri correlati all'influenza, donne in gravidanza o nel periodo post parto, malati cronici e oncologici con trattamenti di chemioterapia in corso tumori e in corso di trattamento chemioterapico, lungodegenti, over 65, donatori di sangue, bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale. E ancora, familiari di persone ad altro rischio, personale medico, polizia, vigili del fuoco, allevatori, veterinari, macellatori.
I BAMBINI
In Italia, alcune regioni offrono la vaccinazione, su richiesta, a bambini e adolescenti sani a partire dai 6 mesi di età.
Ed è la stessa circolare del ministero a fornire la bibliografia ad oggi disponibile su protezione di comunità ed efficacia della vaccinazione influenzale in età pediatrica per ridurre la circolazione del virus influenzale fra gli adulti e gli anziani e non aggravare il periodo di pandemia.
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