«È inevitabile in questa seconda ondata, che ha sorpreso tutta Europa per la sua virulenza, che si prendano misure ulteriori accompagnate da sostegno economico». Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ieri a Mezz'ora in più ha anticipato, in buona sostanza, un decreto Ristori-bis per fronteggiare le ricadute negative in ambito economico del nuovo lockdown Il governo, ha aggiunto, darà «tutto il sostegno necessario nella misura in cui sarà necessario: abbiamo le risorse per farlo».
Il concetto è stato ribadito dal ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, nel corso della riunione con Regioni ed enti locali. «Saremo al vostro fianco con ogni forma di sostegno», ha affermato lasciando, in pratica, ampia libertà ai governatori di decidere forme di lockdown più restrittive di quelle che saranno stabilite a livello centrale. Anche il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, si è esposta in questa direzione in un'intervista a Repubblica. «Prorogheremo la cassa-Covid alle imprese che finiranno tutte le ulteriori 12 settimane anche oltre il mese di marzo, se ancora in difficoltà: vedremo se con o senza blocco ulteriore dei licenziamenti, dipende da come evolverà la pandemia», ha dichiarato spiegando che per «turismo, spettacoli, fiere, eventi, commercio, tanto per cominciare che fanno fatica e si riprenderanno più a lungo termine siamo pronti a prorogare la cassa-Covid anche a tutto giugno».
Al momento, tuttavia, nessuna misura è stata messa nero su bianco né sono state fornite ulteriori indicazioni alle parti sociali. «Spero che gli aiuti siano concreti e sostanziosi perché altrimenti decine di migliaia di aziende porteranno i libri in tribunale», dice al Giornale, Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio, la federazione dei pubblici esercizi, fortemente colpiti dalle chiusure anticipate. Pure Confindustria è in posizione di attesa dopo aver raggiunto un accordo sul prolungamento della cassa-Covid con versamenti a carico dello Stato. Quindi spetterà all'esecutivo fare la prima mossa.
Gualtieri ha specificato che «entro una settimana al massimo» la legge di Bilancio arriverà in Parlamento e lo slittamento dei tempi è più che comprensibile in quanto bisognerà far quadrare i conti con il deficit aggiuntivo di oltre 5 miliardi per il dl Ristori. Inoltre bisognerà recuperare stanziamenti ad hoc per le promesse di ulteriori aiuti che ieri sono stati preannunciati. La manovra 2021, però, si regge su un equilibrio fragile. A fronte di oltre 22 miliardi di maggiore indebitamento sono computati 15 miliardi di risorse europee provenienti dall'anticipo delle risorse di Next Generation Eu. Occorre, tuttavia, ricordare che l'Unione europea ha approvato la corresponsione di rimborsi per i costi fissi sostenuti dalle aziende colpite dai lockdown escludendoli dal computo degli aiuti di Stato, ma questi fondi in ogni caso peseranno su un debito pubblico che già veleggia sui 2.580 miliardi di euro.
Il ministro dell'Economia ha rassicurato confermando le previsioni di un calo del Pil del 9% nel 2020 anche in caso di peggioramento del quadro macroeconomico nel quarto trimestre, ma la coperta rischia di essere corta. L'Italia deve mostrare di essere in grado di gestire i propri conti. Dall'altro lato, ci sono interi settori produttivi in ginocchio. Come confermato dal consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia.
«Quest'anno dovremo fare i conti con una diminuzione delle vendite agroalimentari pari a circa 30 miliardi di euro, servono misure urgenti subito», ha dichiarato ricordando che la spesa per bar e ristoranti si contrarrà di circa 41 miliardi.
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