Almeno una canzone italiana su tre in tutte le radio nazionali. È quanto richiesto dalla Lega che intende così modificare i palinsesti musicali delle radio nazionali. Puntare sulla nostra musica, dare spazio agli esordienti, tutelare la nostra tradizione: è questo l'obiettivo della proposta di legge a prima firma Alessandro Morelli, ex direttore di Radio Padania e presidente della commissione Trasporti e telecomunicazioni della Camera.
"La vittoria di Mahmood all'Ariston dimostra che grandi lobby e interessi politici hanno la meglio rispetto alla musica", ha spiegato all'AdnKronos Morelli.
Il testo
All'articolo 2 del testo si legge: "Le emittenti radiofoniche, nazionali e private" devono riservare "almeno un terzo della loro programmazione giornaliera alla produzione musicale italiana, opera di autori e di artisti italiani e incisa e prodotta in Italia, distribuita in maniera omogenea durante le 24 ore di programmazione". Inoltre una quota "pari almeno al 10 per cento della programmazione giornaliera della produzione musicale italiana è riservata alle produzioni degli artisti emergenti". L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dovrebbe vigilare sull'applicazione della legge e "può in ultima distanza disporre la sospensione dell'attività radiofonica da un minimo di otto ad un massimo di trenta giorni".
Secondo gli ultimi dati, citati da Morelli e riportati da AdnKronos, nelle dieci emittenti radiofoniche più ascoltate in Italia la quota media di repertorio italiano è inferiore al 23%, con alcuni casi limite di emittenti (specializzate e non) in cui tale quota è uguale o inferiore al 10%. "Promuovere la musica italiana significa sostenere l'industria della cultura del nostro Paese e quindi le tante persone che ci lavorano - ha continuato il leghista -.
Il punto è interrogarsi su che fine fa la musica italiana per 365 giorni all'anno, quando si chiude il sipario dell'Ariston"."Solo una canzone italiana su tre è poca cosa. Almeno sette su dieci!", ha rilanciato Al Bano.
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