Le prove di guerra totale. Unità speciali di Kadyrov e attacchi alle centrali

Missili Kalibr sugli impianti elettrici ucraini. A Mosca cresce il consenso sull'interventismo

Le prove di guerra totale. Unità speciali di Kadyrov e attacchi alle centrali

In 200 giorni di guerra i missili e le bombe russe non avevano mai colpito le infrastrutture energetiche dell'Ucraina. Si trattava di un'evidente anomalia rispetto alle strategie seguite in campagne simili da Stati Uniti e Nato. In Afghanistan, Irak, Serbia e Libia missili e bombe intelligenti avevano raso al suolo, sin dalle prime ore, centrali elettriche e centri di comunicazione nemici. Dietro l'anomalia si nascondeva la dottrina stessa dell'Operazione Speciale. Una dottrina che prevedeva la presa dell'Ucraina con un colpo di stato quasi indolore seguito dall'immediato trasferimento di poteri a un'amministrazione filo-russa. Il tutto con il dispiegamento di non più di 130mila soldati russi nel tentativo, fin qui in parte riuscito, di tenere gli orrori della guerra lontani dagli occhi e dal cuore dell'opinione pubblica. Un'impostazione rimasta immutata anche dopo la rinuncia a Kiev e lo spostamento delle operazioni nel Donbass. Tra ieri e domenica notte, però, alcune di quelle regole sono state cancellate dai missili Kalibr piovuti sulle centrali elettriche di Kharkiv, Donetsk e Zaporizhzhia. Quegli inediti attacchi seguiti dai black out che hanno costretto al buio mezza Ucraina rischiano ora di diventare consuetudine.

Secondo i «falchi» dell'interventismo russo pronti a denunciare i limiti dell'Operazione Speciale gli attacchi sono, forse, il primo segnale della tanto invocata svolta verso la «mobilitazione generale» e la «guerra totale». Tra i primi ad augurarselo c'è l'ex colonnello dell'Fsb Igor Girkin già protagonista della presa della Crimea e dell'intervento nel Donbass del 2014. Costretto alle dimissioni per aver criticato gli accordi di Minsk Girkin anima un canale Telegram con oltre mezzo milione di lettori diventato la Bibbia dell'estremismo interventista. «Gli attacchi alle infrastrutture critiche degli ukry dovevano esser condotti sin dal primo giorno. Così forse le cose sarebbero andate un po meglio...» scrive l'ex colonnello facendo capire che quelle idee potrebbero aver fatto breccia tra le mura del Cremlino. Per quanto il siluramento del generale russo Roman Berdnikov, nominato comandante del Distretto militare occidentale russo lo scorso 26 agosto non sia confermato è chiaro che l'inettitudine dei comandi militari imbarazza i vertici russi e minaccia di compromettere la credibilità di un presidente considerato l'ideatore dell'Operazione Speciale. Certo a far traballare Putin non sarà il twitter di una consigliera municipale, rilanciato dagli oppositori di Novaya Gazeta, che - d'intesa con sedici colleghi di Mosca e Pietroburgo - accusa il presidente di «ledere il futuro della Russia e dei suoi cittadini». Ben più peso nell'ambito del dibattito interno russo hanno, invece, le critiche alle scelte della Difesa e dei comandanti militari pronunciate da personaggi come il leader ceceno Ramzan Kadyrov, sempre rilanciato dai media russi, e da molti protagonisti dei dibattiti televisivi.

Kadyrov che domenica aveva condannato l'inefficienza dei vertici militari è tornato alla ribalta ieri annunciando il rientro delle sue «unità speciali» sui fronti del Donbass. Un ritorno alla guerra accompagnato dalle esternazioni del presentatore Dmitri Kiselyov che dagli studi del principale rotocalco televisivo d'informazione denuncia «la più difficile settimana» della guerra. Il tutto mentre Vladimir Solovyov, ospite di riguardo dei principali dibattiti televisivi, avverte che «è venuto il tempo di essere più duri».

Tutto insomma, dai missili Kalibr caduti sulle centrali ucraine fino alle parole di leader politici e giornalisti sembra far capire che è tempo di levarsi i guanti, cancellare le finzioni dell'Operazione Speciale e gettarsi nella guerra totale. Manca solo l'annuncio ufficiale. Ma a lanciarlo - vista il clima - potrebbe pensarci, a breve, lo stesso Vladimir Putin.

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