L'impegno sarà quello già anticipato nelle tante telefonate di questi giorni tra Arcore e Mosca. Con Silvio Berlusconi deciso ad insistere affinché l'Italia riconsideri la sua posizione sulle sanzioni che hanno colpito la Federazione Russa. Una decisione, quella fortemente voluta da Stati Uniti e Nato, che il leader di Forza Italia non esita a definire «ridicolmente irresponsabile», al punto dal rischiare di dare il via questo il suo timore ad una nuova Guerra fredda.
E, dunque, nel faccia a faccia che si dovrebbe tenere questa sera ma l'agenda non è ancora definita perché il leader russo è impegnato a Belgrado fino alle sei del pomeriggio Berlusconi è pronto ad assicurare a Vladimir Putin il suo personale impegno affinché il governo italiano sia sensibilizzato sulla materia, a partire dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. Che invece incontrerà il leader russo domani mattina alle otto quando, in qualità di presidente di turno dell'Ue presenzierà al delicato faccia a faccia tra Putin e il presidente dell'Ucraina Petro Poroshenko. Non è affatto escluso, insomma, che proprio questa sera Berlusconi possa decidere di alzare il telefono e chiamare Renzi per perorare le ragioni di Mosca, come d'altra parte ha già fatto qualche settimana fa («se proprio devi era stato il suo invito al premier approva le sanzioni, ma evita di applicarle»).
Che il leader di Forza Italia stia tenendo una linea filo-russa, infatti, non è per nulla una novità. Il rapporto umano e personale tra lui e Putin è noto da anni e sin dalle prime battute della crisi tra la Federazione Russa e l'Ucraina Berlusconi ha predicato «cautela» e «prudenza». Non solo perché nel merito pensa che Mosca abbia le sue ragioni alcuni giorni fa, in collegamento telefonico con una manifestazione a Saint Vincent, ha definito quella russa una «spedizione umanitaria» perché il Cremlino «non poteva lasciare indifeso quel 50% e passa dell'Ucraina costituito da russi» ma pure perché reputa un errore aprire adesso un fronte con un paese cristiano con cui dovremmo invece «stare in strettissimi rapporti per fronteggiare l'estremismo islamico e il terrorismo internazionale».
Peraltro è il ragionamento ripetuto più volte in queste settimane dal leader di Forza Italia un approccio «ragionevole» e «dialogante» alla crisi tra Mosca e Minsk lo imporrebbero anche i tanti interessi commerciali che ha l'Italia in Russia. A partire dalle molte aziende di casa nostra che operano su quel mercato. È «solo per l'amicizia con il sottoscritto» aveva detto durante l'ultimo Ufficio di presidenza a Palazzo Grazioli che Putin «non ha fatto l'embargo sulla moda». Per non parlare del gas, visto che le sanzioni potrebbero portare a dei possibili cambi di fornitori di gas con rischio di «passare un inverno freddo».
Un Berlusconi, insomma, con la testa alle vicende internazionali. Tanto che ieri ha avuto un «lungo» e «cordiale» colloquio telefonico con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Al centro della conversazione le tensioni internazionali, in particolare proprio quelle che coinvolgono Russia e Ucraina in considerazione del fatto che oggi a Milano si apre il vertice Asem e che gli occhi del mondo sono puntati sul faccia a faccia tra Putin e Poroshenko in programma domani mattina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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