Acque sempre più agitate tra Gaetano Quagliariello e l'Ncd. "Non si può stare un po' di qua e un po' di là - scrive il senatore in una lettera indirizzata al suo partito -. Al governo con Renzi ma alternativi a Renzi. Con una gamba nei ministeri e un’altra nel cantiere di una proposta di governo antagonista. Una posizione politicamente incomprensibile, materialmente insostenibile, elettoralmente suicida". È uno dei passaggi centrali della missiva con cui annuncia ad Angelino Alfano il proprio forfait alla direzione di oggi.
"A un confronto vero - spiega l’ex ministro - avrei preso parte con tutta la forza delle mie convinzioni. Proprio la volontà di aprire un dibattito decisivo sul nostro presente e sul nostro futuro, e di parteciparvi senza il vantaggio (o il freno) di un incarico di responsabilità, mi ha indotto lo scorso 14 ottobre ad abbandonare il ruolo di coordinatore di Ncd".
E va giù in modo ancor più pesante: "Non è dignitoso, non per me, ma per noi, che avevamo scelto come slogan 'insieme', rimuovere un pezzo di storia comune, sbianchettando un ordine del giorno. Non è coraggioso, per noi che abbiamo avuto il coraggio di una scelta difficile ma chiara, cercare di annegare un gesto forte come le dimissioni del coordinatore nelle varie ed eventuali. È per questo - chiarisce Quagliariello - che oggi non sarò presente, condividendo così la scelta di altri amici, anch’essi assenti, ai quali ho consigliato di evitare l’inflazione di esternazioni".
Ma Alfano ostenta ottimismo
"Il progetto di Area popolare va avanti - dice Alfano rispondendo ai giornalisti al suo arrivo alla direzione del partito -. Abbiamo parlato con gli amici dell’Udc.
Noi andiamo avanti: crediamo che ci siano tutte le possibilità di unire le forze moderate che non intendono stare sotto Salvini e non intendono aderire al Pd". Alfano si riferiva alle conclusioni della recente direzione dell’Udc in cui il segretario Lorenzo Cesa aveva espresso un giudizio negativo sull’esperienza di Area popolare.
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