Quanto sessismo nell'appello "rosa" per il Quirinale

Ma cosa ci sarà di più sessista che fare del sesso un merito di per sé, come fanno le femministe nostrane del solito giro repubblichino (nel senso di Repubblica, dove si pubblicano articoli con la schwa), perfino sul presidente della Repubblica?

Quanto sessismo nell'appello "rosa" per il Quirinale
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Ma cosa ci sarà di più sessista che fare del sesso un merito di per sé, come fanno le femministe nostrane del solito giro repubblichino (nel senso di Repubblica, dove si pubblicano articoli con la schwa), perfino sul presidente della Repubblica?

Ecco quindi il solito appello e la solita truppa di schwastiche, e cioè Dacia Maraini, Edith Bruck, Liliana Cavani, Luciana Littizzetto, Silvia Avallone, Melania Mazzucco, Lia Levi, Andrée Ruth Shammah, Mirella Serri, Stefania Auci, Sabina Guzzanti, Mariolina Coppola, Serena Dandini, Fiorella Mannoia, e non poteva mancare la Murgia. Non è che fanno un nome, che so, vogliamo la Boldrini come presidente della Repubblica (presidentessa, pardon), o Rosi Bindi, o Liliana Segre, ma così, in generale, una donna. «Vogliamo dirlo con chiarezza: è arrivato il tempo di eleggere una donna.

Non ci sono ragioni accettabili per rimandare questa scelta. Ci rivolgiamo a voi, fate uno scatto». Uno scatto. Si stanno rivolgendo a voi (anche qui: a voi chi?), scattate. «L'elezione alla Presidenza della Repubblica sarà la nostra, e la vostra, forza». Io avrei scritto Forza con la maiuscola, come quella di Star Wars.

In ogni caso, per le schwastiche, basta che sia femmina: il sesso, come un valore di merito. Come se uno quando sceglie un chirurgo da cui farsi operare non guardasse la professionalità e la competenza, ma dicesse: io lo voglio donna! Come se a Rita Levi Montalcini o a Marie Curie avessero dato il Nobel.

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