È quarta ondata anche in Italia. Grazie ai vaccini ospedali "vuoti"

Ieri 6.171 nuovi casi, tasso di positività al 2,7% In una settimana crescono i contagi (+64,8%), ma non altrettanto ricoveri (+34,9%) e terapie intensive (+14,5%): "Va accelerata la profilassi"

È quarta ondata anche in Italia. Grazie ai vaccini ospedali "vuoti"

L'Italia è nella quarta ondata. Però grazie alla barriera dei vaccini sembra che questa volta il Covid non debba travolgere le strutture sanitarie. Sono 8 le Regioni che con i vecchi parametri sarebbero già in zona gialla. La stima dell'incidenza dei casi su 100mila abitanti sale in Italia a 58 casi nell'ultima settimana contro i 41 di quella precedente. È in Sardegna che si registra il dato peggiore: 135 su 100mila, seguita dalla Toscana, 94 e dal Veneto con 87.

I dati dei posti letto occupati in reparti ordinari e d'emergenza però restano bassi e lontani dalla soglia di rischio che comporterebbe un passaggio di colore in base all'ultimo decreto: 10% per le terapie intensive e 15% per gli ordinari. I pazienti Covid occupano il 2% dei letti disponibili in emergenza e il 3% in area medica.

Certamente l'ultimo bollettino conferma che la curva dei contagi non si arresta: 6.171 i nuovi casi rispetto ai 5.696 del giorno precedente. Con 224.790 tamponi effettuati si registra un tasso al 2,7% rispetto al 2,3% di due giorni fa. I decessi sono 19 e aumentano i ricoveri sia in area medica, più 45, sia in intensiva, più 11, nel saldo uscite e nuovi ingressi che salgono a 20. Ci sono quindi 1.730 pazienti Covid ricoverati e di questi 194 sono in intensiva. È sempre il Lazio la Regione con più casi, 780, seguita da Toscana, 748, e Veneto, 737.

La Fondazione Gimbe analizza come di consueto l'andamento settimanale dal 21 al 27 luglio. Si evidenzia così un incremento molto forte dei nuovi casi: più 64,8 per cento. A questo corrisponde sì un aumento delle ospedalizzazioni ma non così rilevante, confermando l'importanza dell'argine rappresentato dalla profilassi. In una settimana abbiamo un più 34,9% di pazienti ricoverati in area medica, più 14,5% in terapia intensiva. Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione ancora una volta punta il dito contro «l'insufficiente attività di testing e la mancata ripresa del tracciamento dei contatti, reso sempre più difficile dall'aumento dei positivi». I casi dunque insiste Cartabellotta sono sicuramente sottostimati: «Il virus circola più di quanto documentato dai nuovi casi identificati: di fatto siamo entrati nella quarta ondata», avverte il presidente Gimbe.

E se è vero che le strutture sanitarie sono ancora lontane dall'essere messe sotto pressione, se si guarda al dato progressivo negli ultimi sette giorni l'aumento dell'occupazione dei posti letto da parte di malati Covid è evidente: dai 1.088 del 16 luglio ai 1.611 del 27 luglio in area medica e dai 151 del 14 luglio ai 189 del 27 luglio nei reparti d'emergenza. Però va sottolineato che in tutte le Regioni si resta lontani dalle soglie critiche.

Cruciale quindi il processo di immunizzazione della popolazione che però sempre secondo Gimbe presenta criticità. «Il numero di somministrazioni giornaliere stabile ormai da settimane, non riesce a decollare sia per il mancato utilizzo dei vaccini a vettore adenovirale per le prime dosi, sia per la limitata disponibilità di quelli a mRna», dice Cartabellotta che segnala come AstraZeneca sia impiegato quasi esclusivamente per i richiami che rappresentano il 99,3 delle somministrazioni nell'ultima settimana.

Anche le somministrazioni di Johnson & Johnson sono residuali, meno di 4mila al giorno mentre quasi un milione di dosi giace in frigo. Occorre una maggiore disponibilità di vaccini a mRna per proteggere i più giovani. Fortunatamente due giorni fa è stato annunciato un incremento nelle forniture di agosto di un milione di dosi di Pfizer.

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