Il sogno di un mondo senza guerre e l'appuntamento alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Seoul, in Corea del Sud, «segno dell'universalità della Chiesa». Il Papa abbraccia i giovani provenienti da tutto il mondo a conclusione della 37esima GMG, invocando con forza la pace nella «cara Ucraina». Al termine della messa nel Parque Tejo di Lisbona, nel primo maxi-raduno cattolico post Covid, Francesco rivolge un pensiero ai giovani che non hanno potuto partecipare «a causa di conflitti e di guerre». «Nel mondo sono tante ammonisce il Pontefice -. Pensando a questo continente, provo grande dolore per la cara Ucraina, che continua a soffrire molto. Amici, permettete a me, anziano, di condividere con voi giovani un sogno che porto dentro: è il sogno della pace, il sogno di giovani che pregano per la pace, vivono in pace e costruiscono un avvenire di pace. Tornando a casa, continuate, per favore a pregare per la pace. Voi siete un segno di pace per il mondo ribadisce il Pontefice - una testimonianza di come le nazionalità, le lingue e le storie possono unire anziché dividere. Siete la speranza di un mondo diverso».
Nell'omelia, davanti a un milione e mezzo di giovani (secondo le stime delle autorità locali), 700 vescovi e 10mila sacerdoti, il Papa invita i giovani a «non temere» e «non avere paura» perché sono proprio loro i protagonisti nel presente e nel futuro, del cambiamento del mondo. Lo ripete più volte, Francesco, esortando i ragazzi a stare anche un momento in silenzio. «Non avere paura di cambiare il mondo - afferma - perché di voi giovani la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra della pioggia». Non avere paura di coltivare «sogni spesso offuscati dal timore di non vederli realizzati. A voi, giovani, che a volte pensate di non farcela; a voi, giovani, tentati in questo tempo di scoraggiarvi, di giudicarvi inadeguati o di nascondere il dolore mascherandolo con un sorriso; a voi, giovani, che volete cambiare il mondo e lottate per la giustizia e per la pace; a voi, giovani, che ci mettete impegno e fantasia ma vi sembra che non bastino; a voi, giovani, che siete il presente e il futuro; sì, proprio a voi, giovani, Gesù dice: 'Non temete!'. È Gesù stesso che conosce il cuore di ognuno di voi, conosce la vita di ognuno di voi, conosce le gioie, conosce la tristezza, i successi e i fallimenti. E oggi, in questa Gmg, vi dice: non temete, fatevi coraggio, non temete».
Il Papa lascia il Portogallo dopo cinque giorni intensi, durante i quali Francesco conferma la sua forza di volontà nonostante l'età e gli acciacchi di un 86enne. E saluta il Paese con un grande «Obrigado (grazie in portoghese, ndr) rivolto alla Chiesa locale, alle istituzioni, ai volontari, al presidente Marcelo Rebelo de Sousa. «E obrigado a te, Lisbona, che rimarrai nella memoria di questi giovani come 'casa di fraternità' e 'città di sogni'» conclude il Pontefice. L'appuntamento è ora a Roma, nel 2025, per il Giubileo. E a Seoul, nel 2027, per la 38esima Giornata Mondiale della Gioventù. Dal confine occidentale dell'Europa si sposterà in estremo Oriente: è questo un bel segno dell'universalità della Chiesa e del sogno di unità di cui voi siete testimoni, dice Bergoglio. «Immagino cinquecentomila giovani dai cinque continenti stringersi la mano e formare una lunga catena umana al confine delle due Coree per dire al mondo: pace, riconciliazione fraternità, amore» commenta a Famiglia Cristiana il cardinale Lazzaro Heung-sik You, in passato vescovo di Daejeon, oggi Prefetto del Dicastero per il clero in Vaticano.
«La Gmg sarà un evento oltremodo significativo per la Corea e per l'intera Asia, continente vasto e plurale» conclude il cardinale sudcoreano. Un segno di speranza e pace per il mondo intero, metafora dell'intero pontificato bergogliano.
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